Di recente ho avuto modo di leggere diversi articoli che confermano, ancora una volta, la difficoltà dei Risparmiatori, non affiancati da un Professionista nelle scelte di investimento, nel prendere le decisioni finanziarie per loro più utili.
Da una ricerca Consob 2019, riportata da “Il Sole 24 Ore”, emerge che 8 Italiani su 10 decidono in autonomia o seguendo il consiglio di famigliari e/o amici; solo 2 dopo aver consultato un esperto:
Conseguenza:
Durante la crisi generata dal Coronavirus, proprio nei giorni in cui i mercati segnavano i minimi di fine marzo 2020, gli Investitori hanno deciso di uscire dai fondi di investimento (azionari, flessibili ed obbligazionari), in cui avevano deciso di entrare in precedenza, magari con logiche di medio-lungo termine, consolidando importanti perdite. Contestualmente sui conti correnti si è raggiunta una cifra record di 1.600 miliardi di euro.
Ancora una volta, la “PAURA” ha portato molte persone a perdere uno dei più importanti recuperi dei mercati che si sia mai registrato, quello che ha preso avvio esattamente dal 23 marzo.
Tante considerazioni potrebbero essere fatte a questo riguardo, ma credo che una riflessione in particolare meriti la giusta attenzione.
Una celebre frase del Premio Nobel per l’Economia nel 2002, il Prof. Daniel Kahneman, è la seguente:
Il nostro “sistema 1”, quello delle “decisioni veloci ed emotive”, nelle situazioni di alta volatilità e di panico, ci impone un comportamento: VENDI E TIENI IN CONTO CORRENTE!
Non guarda al domani, alle esigenze, alla pianificazione finanziaria. Ci dice solo di fuggire dal pericolo di perdere ulteriormente o, peggio, tutto.
Il “sistema 2”, quello delle “decisioni razionali”, non fa a tempo ad intervenire. È sopraffatto ed annichilito dalle emozioni.
In sintesi, ecco descritto il motivo per il quale gli “Investitori fai da te”, lasciati soli, perdono costantemente soldi ed opportunità nel tempo. Inconsciamente, non riescono ad approfittare delle opportunità determinate dai prezzi molto appetibili. Al contrario, vedono solo il pericolo nelle crisi e vendono consolidando perdite, anche quando gli investimenti sono ben diversificati e, proprio per questo, con minusvalenze solo momentanee e recuperabili.
Un altro Premio Nobel per l’Economia del 2017, Richard Thaler, ci indica la soluzione:
Gli “automatismi”, vale a dire soluzioni di investimento che eliminano le scelte dell’investitore nel durante, perché già definite a priori, permettono di mettere in atto i comportamenti virtuosi nei momenti adeguati.
Un investimento, che non sia speculativo, deve avere, infatti, alcune caratteristiche:
- deve essere diversificato;
- deve sfruttare le oscillazioni naturali dei mercati per incrementare i rendimenti;
- come suggerisce Benjamin Graham, parlando di Investitore prudente sul mercato azionario, che è il principale motore di rendimento, devono essere adottate strategie automatiche di investimento intelligente, che sfruttino l’ingresso graduale e permettano di acquistare di più quando le quotazioni sono a sconto.
Adottando metodi automatici si eliminano a priori le scelte dettate dall’emotività del momento, evitando gli errori fatali, abitualmente e ripetutamente commessi dagli Investitori.
In sostanza, sono i comportamenti performanti del Risparmiatore a fare la differenza, molto di più che la bontà del fondo o la capacità del team di gestione.
Tutta questa teoria può essere messa a terra solo se si è affiancati da unProfessionista, una “guida” che sia al nostro fianco e che ci aiuti inizialmente a definire:
– obiettivi personali (a cosa mi serve il denaro che sto accumulando e gestendo?);
– orizzonti temporali (quando mi serviranno le somme investite?);
– strumenti (diversificazione massima per investire, non speculare);
– metodo e strategie (stabilire le regole all’inizio e seguirle pedissequamente);
e nel tempo a mantenere fede ai nostri propositi.
Molti studi hanno cercato di dare un valore alla Consulenza Finanziaria così intesa. Tra i più recenti, quello della società di gestione Vanguard, stima l’extra-rendimento, che una consulenza professionale può offrite, pari ad un 3% netto medio annuo(https://www.contemplata.it/2018/05/quanto-vale-un-buon-consulente/). L’analisi di Deloitte non si discosta di molto: stima del 3-4% il contributo della consulenza finanziaria in termini di rendimento.
Io mi permetto di dire che, al di là dell’incremento di rendimento finanziario, che può essere correttamente quantificato da autorevoli analisi, tra cui quelle sopra citate, il fatto di definire con il Cliente i suoi più importanti obiettivi di vita, per poi pianificarne il raggiungimento, ha un valore inestimabile, ben più elevato di un 3-4% medio annuo.
Avere la tranquillità finanziaria qualora dovesse incorrere un imprevisto, sapere di aver pianificato una terza età serena, poter avere la certezza di far studiare i propri figli negli atenei migliori, risolvere anticipatamente i problemi legati al passaggio generazionale tenendo conto degli aspetti fiscali… sono solo alcuni dei risultati che una valida consulenza può fornire.
Riprendendo i concetti espressi dal dr. Andrea Rocco, “il valore di chi ti aiuta ad individuare, programmare e realizzare progetti di vita, e protegge ciò che per te è più importante, non ha prezzo.”
Buona pianificazione a tutti!