Mai smettere di lottare finché l’incontro non è finito

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Mai smettere di lottare finché l’incontro non è finito

“Mai smettere di lottare finché l’incontro non è finito”. È la frase che il poliziotto Elliot Ness (Kevin Costner) dice al boss Al Capone (il grande Robert De Niro) alla fine del film Gli Intoccabili.

In sostanza in tutte le attività della vita per arrivare al successo o al raggiungimento degli obiettivi si deve combattere e non bisogna abbandonare la partita prima della fine.

Per l’ennesima volta questo è stato vero anche  nei mercati finanziari di questo pazzo 2020 (e non siamo nemmeno giunti alla metà dell’anno): all’inizio dell’anno l’andamento era un proseguimento dell’ottimo 2019 e siamo arrivati (in particolare negli Usa) ai massimi storici il 19 febbraio per poi perdere fino al 34% in poco più di un mese (minimi del 23 marzo); da quel momento è iniziata una spettacolare risalita piazzando i migliori 50 giorni di sempre sul mercato azionario americano

Come ha detto un importante operatore di mercato americano “non ci sono montagne russe in grado di replicare ciò che i mercati hanno fatto in questo scorcio di 2020”; il rimbalzo è nell’ordine del 40%, cosa che ha portato l’S&P 500 a ridosso del suo livello di inizio anno.

La considerazione più importante, oltre alla cabala che dice che nei casi simili occorsi in precedenza gli indici hanno poi proseguito la loro crescita anche nei 6 e 12 mesi successivi, è che per l’ennesima volta questo spettacolare recupero ha inizio proprio nei giorni immediatamente successivi ai minimi toccati il 23 marzo, quando tutti – un po’ in tutto il mondo – erano decisamente pessimisti.

In quei giorni fioccavano lapidari giudizi da parte di quelli che io definisco i millenaristi della finanza, quelli che “Lo vedi? Te l’avevo detto che c’era qualcosa di bacato nel sistema, si sapeva, era tutto previsto” (ma chi lo sapeva? Soprattutto in un caso come questo, indotto da una epidemia a livello globale?), quelli che “ci vorranno dieci anni per recuperare le perdite di questi giorni”.

 

Uno dei grandi esperti della finanza italiana – Ennio Doris – in un’intervista fatta dall’amico Leopoldo Gasbarro diceva “i mercati azionari sono come un film che abbiamo già visto e sappiamo che alla fine vince il cavaliere bianco; è sciocco andare al cinema altre dieci volte per vedere se stavolta vince il cavaliere nero, sappiamo che il finale è sempre quello”.

Detto questo, e detto della fiducia e stima che riponiamo nelle parole di Ennio Doris, non possiamo dimenticare ovviamente ciò che è successo fino al 23 marzo: il più rapido bear market di sempre, né – tantomeno – che tutte le nazioni stanno sperimentando una crisi economica senza precedenti e che solo un massiccio intervento delle banche centrali e dei governi ha impedito il blocco totale e la paralisi dei mercati e delle economie.

Dobbiamo essere coscienti che questi massicci su e giù dei mercati non sono un’anomalia di questo 2020 ma sono accaduti diverse volte in passato: negli estremi e turbolenti anni ’30, poi nel 1974 (quando il mercato scese del 37% per poi rimbalzare del 21% in un mese), nel 1980, nel 1987 (dopo il famoso Black Monday il mercato scese 34% in una settimana per poi risalire del 40% e chiudere l’anno in positivo) per chiudere col 2009, in cui all’inizio dell’anno le azioni scesero di un altro 28% (dopo quello che era successo nel 2008) per poi partire col rally storico che le portò su del 67% nella rimanente parte dell’anno; insomma, gli alti e bassi sono la regola, non l’eccezione, abituiamoci al fatto che:

Non possiamo prevedere l’andamento dei mercati nel breve termine

Non possiamo prevedere l’intensità delle oscillazioni

Non possiamo prevedere quando i mercati stanno per salire o per scendere

Gli andamenti dei mercati azionari non sempre hanno un senso logico

I mercati azionari hanno l’abilità di farci diventare matti ogni singola volta

(da Massive Up and Down Moves in Stocks in the Same Year Are More Common Than You Think di Ben Carlson)

 

Le oscillazioni sono fortissime anche in anni che poi si concludono positivamente

Fonte: Guide to the markets di JPMorgan AM

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