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Se Suez torna sicuro, rischio tsunami sui noli container

La circumnavigazione dell’Africa impedisce alla overcapacity nell’offerta di navi di abbattersi sulle rate di trasporto marittimo già in discesa

Houthi nave
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Ovviamente tutti si guardano bene anche solo dal sussurrarlo, ma in fondo in fondo per il mondo armatoriale e specialmente per le grandi compagnie di trasporto container, la chiusura (ancorchè parziale) del Canale di Suez, lungi dall’essere un dramma, non è poi neppure un pessimo affare.

Da settimane, ovvero dalla data del cessate il fuoco a Gaza, non si registrino attacchi degli Houthi alle navi in transito attraverso lo stretto di Bab el Mandeb e che proprio il vertice militare dei ribelli yemeniti abbia formalmente annunciato che limiterà gli attacchi marittimi alle navi collegate a Israele comunicandolo alle organizzazioni marittime attraverso l’Humanitarian Operations Coordination Center, intermediario tra gli Houthi e le compagnie di navigazione.

Ma questo seppur fragile miglioramento non è ritenuto proprio dalle grandi compagnie di navigazione sufficiente per riprendere la vecchia rotta e transitare via Suez.

E’ certo che dietro a questa scelta di privilegiare la circumnavigazione dell’Africa si celi una reale preoccupazione per la sicurezza di navi ed equipaggi. Ma anche dal punto di vista economico la rotta più lunga, presenta evidenti convenienze.

Con un mercato dei noli container che ormai dal luglio scorso è in costante flessione (con punte di meno 34% sulla rotta Shanghai-Rotterdam e del 45% sulla rotta di ritorno) sono in molti a chiedersi cosa potrebbe accadere se l’enorme aumento di capacità di stiva e quindi di trasporto generata dal costante ingresso in servizio di nuove navi giganti tornasse a riversarsi in Mediterraneo attraverso Suez con round trip ridotti.  Una vera e propria mazzata su noli marittimi che già oggi a fatica si mantengono su livelli di remuneratività.

Secondo la società di consulenza marittima ‘Vespucci Maritime’, in 16 settimane le principali compagnie di container che hanno evitato la rotta del Canale di Suez per i viaggi tra l’Asia e l’Europa, la circumnavigazione attraverso il  Capo di Buona Speranza hanno percorso circa  di circa 6,5 milioni di km in più.

“Ogni singola settimana, la distanza di navigazione aggiunta è superiore alla distanza dalla luna”, ha scritto Jensen, fondatore del Centro studi, in un post su LinkedIn..

E secondo Clarksons Research la domanda di navi portacontainer è aumentata dell’11% grazie alle deviazioni in massa lungo la rotta della circumnavigazione africana.

Le prime proiezioni su una riapertura stabile di Suez, parlano di uno tsunami sul mercato che verrebbe provocato dalla overcapacity che i grandi gruppi continuano ad alimentare commissionando a ripetizione nuove navi giganti in Cina.