Il Libro dell’Esodo, secondo libro della Bibbia, narra la storia degli Ebrei in Egitto: la loro schiavitù, la loro successiva liberazione ad opera di Mosè e il successivo peregrinare nel deserto del Sinai, periodo durato – almeno così è riportato nelle Scritture – 40 anni.
Tralasciando la veridicità e storicità degli eventi, su cui ancora gli studiosi hanno opinioni divergenti, il libro racconta appunto di come il popolo ebraico – che secondo la Bibbia era schiavo degli egizi – sarebbe stato liberato da Dio per mano di Mosè e di come, dopo la fuga (ricordiamo tutti l’episodio del passaggio del Mar Rosso), avrebbe vagato nel deserto del Sinai per 40 anni prima di raggiungere finalmente Canaan, la Terra Promessa (v. foto).
I risparmiatori in tutto il mondo hanno iniziato la loro traversata giusto un anno fa, il primo rialzo è del marzo 2022, e oggi sono ancora nel loro del deserto del Sinai, fatto di tassi in aumento, oggi al 4,75-5%, e di calo delle quotazioni.
E così come gli Ebrei, dopo tanti anni disperavano ormai di poter raggiungere la Terra di Israele e non credevano più ai consigli di Mosè, così i risparmiatori (molti ma non tutti per fortuna) non credono più ci sia una salvezza alla fine di questa traversata.
Questa sfiducia nel futuro porta molti a non vedere le opportunità che – pur in un periodo ancora complesso (le banche centrali stanno ancora alzando i tassi, un po’ come il Faraone degli Egizi rincorreva gli Ebrei con carri armati di guerrieri con arco e frecce ) – il mercato offre in questo momento.
E sempre rifacendoci al Libro dell’Esodo (e un po’ al famoso film I Dieci Comandamenti col grande Charlton Heston nel ruolo di Mosè), così come gli Ebrei fabbricarono un idolo, il vitello d’oro, per poterlo adorare, così oggi i risparmiatori sono tornati ad adorare i Btp, tornati ad offrire rendimenti appetibili dopo anni di vacche magre.
Ma se va bene diversificare anche su titoli come il Btp offerto dal Tesoro italiano perché non sfruttare anche tutto il resto dell’universo obbligazionario che oggi tratta a rendimenti che non vedevano dall’epoca della crisi Lehman Brothers?
Oggi tutto le spettro delle obbligazioni offre ritorni interessanti e il rendimento di partenza così elevato (si va dal 3-4% dei fondi monetari al 6-7-8% per i fondi più diversificati) costituisce sia un cuscinetto di fronte a possibili nuovi cali delle quotazioni sia un elemento predittivo dei possibili ritorni futuri.
Come allora per gli Ebrei, serve credere a chi prospetta l’arrivo alla fine nella Terra Promessa e non ai profeti di sventure…
Massimo Maccari, 4 maggio 2023