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Eleggere il Presidente della Repubblica col voto elettronico: perché sì

Rassegna stampa

Economia / Speciale Presidente della Repubblica

Oltre al nome del prossimo Presidente, il cui identikit è sempre più un rebus, recentemente ha tenuto banco, di fatto condensando buona parte del dibattito politico, le modalità con cui questo sarà scelto dai vari delegati riuniti in Parlamento in seduta comune. La probabile esclusione di coloro i quali saranno impossibilitati a partecipare di persona alla votazione perché positivi al covid o in isolamento (al momento circa una cinquantina) rischia, infatti, di condizionare l’esito stesso dell’elezione.

Un aspetto per nulla “di scuola” e tutt’altro trascurabile se si pensa che la maggioranza per l’elezione del Presidente è calcolata sugli aventi diritto e non sui presenti in aula. È per questo motivo che, già prima che l’elezione abbia luogo, l’evento settennale ha il sapore acre dell’occasione mancata.

Il diritto al voto è la più alta manifestazione di democrazia e questo aspetto assume un alto valore simbolico (ma anche strettamente pratico) proprio in occasione dell’elezione del Capo dello Stato, forse l’appuntamento più idoneo per questa sorta di sperimentazione pratica. Tra l’altro, l’idea di adottare l’i-voting non è una novità assoluta ma è già al vaglio da qualche tempo tanto di alcune forze politiche quanto di alcuni ministri.

Al di là poi degli aspetti pratici, e della replicabilità per altre votazioni, l’adozione del voto elettronico per l’elezione del Presidente della Repubblica rappresenterebbe una delle più alte manifestazioni di democrazia e non va in alcun modo percepito come una deminutio di tale istituto ma, anzi, come un valido supporto che, aggiorna la tradizione al passo con tempi e necessità, adattandosi a ciò che è dovere di ogni società democratica: cioè dotarsi degli strumenti necessari a garantire la sua corretta continuità.

Maurizio Pimpinella, 21 gennaio 2022