Economia e Logistica

Stellantis, scoppia il caso Maserati. I sindacati: “Salvatela”

La Uilm propone la fusione con Ferrari. Elkann: “La rilanceremo, ma nessun polo del lusso”

Scontro sul destino di Maserati

Alta tensione tra l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e i sindacati sul futuro di Maserati. Ad appiccare il fuoco è stato il leader della Uilm, Rocco Palombella, con un appello scritto al presidente John Elkann affinché salvi la casa del Tridente. Un “marchio italiano iconico nel mondo che sta attraversando un momento drammatico”.

Nella sua missiva Palombella, dopo aver riassunto la crescita ottenuta nel 2010 in poi, quindi in piena era Sergio Marchionne, ha stigmatizzato l’attuale assoluta mancanza di progetti e di programmi di sviluppo per il Tridente da parte della casa madre.

Una disattenzione quella di Tavares che sta mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro tra i metalmeccanici e il futuro di un’azienda simbolo del nostro Paese, ha proseguito il segretario generale della Uilm. Tanto che importanti professionalità si sono già trasferite alla concorrenza.

Esemplare la chiusura dell’impianto di Grugliasco. Anche a Modena le catene di montaggio sono però semi-paralizzate, così come sono ormai al lumicino gli ordini Maserati sia Mirafiori sia a Cassino.

Palombella si appella quindi alla responsabilità di Elkann quale presidente di Stellantis e alla “sensibilità” della famiglia Agnelli verso Maserati, rimarcando come il Cavallino Rampante disporrebbe di tutte le professionalità necessarie per rilanciare il Tridente. In sostanza un invito al farle sposare.

A quel punto, tirato per la giacchetta, Elkann ha replicato che Stellantis non ha alcuna “intenzione di vendere il marchio del Tridente”, così come non vuole aggregare Maserati ad altri gruppi italiani del lusso”.

La voce sempre più insistente in Piazza era che Stellantis avrebbe scorporato Maserati per portarla nel perimetro di Ferrari e così formare un unico polo dell’auto di lusso. L’operazione, però, non sarebbe gradita agli analisti perchè considerata diluitiva in termini di valore per la casa di Maranello, visto lo stato di forte difficoltà in cui versa il Tridente.

Secondo Stellantis, Maserati è nel mezzo della transizione verso le auto a batteria. La stessa cosa si può dire di Stellantis ma, vista la semestrale deludente e il tonfo in Borsa, per ora la scelta di puntare tutto sull’elettrico si è rivelata un autogol clamoroso.

Tavares rimedia insomma un’altra figuraccia a paragone del geniale top manager italiano scomparso nel 2018. Il caso Maserati si somma infatti alla grande difficoltà in cui versano gli impianti dislocati lungo la Penisola per mancanza di nuovi modelli, fino al caso limite di Mirafiori che resterà bloccato in semi-agonia fino a settembre.

Il quadro occupazionale si aggrava in misura proporzionale alla decisione presa da Stellantis di produrre la nuova Alfa Romeo in Polonia e la Topolino in Marocco sollevando una pioggia di polemiche sul reato dell’Italian sounding.

Al punto che Tavares è corso ai ripari sia rinunciando al nome “Milano” per la vettura del Biscione sia staccando gli adesivi tricolori dalle fiancate delle microcar Fiat made in Marocco bloccate dalla Guardia di Finanza al porto di Livorno.

Una strategia che ha portato a uno scontro diretto sugli aiuti di Stato tra Tavares e il governo italiano che, con o senza Stellantis, vuole riportare la produzione italiana di auto a un milione di unità, anche a costo di aprire le porte ai cinesi.

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Nel frattempo, proprio la casa franco-italiana ha annunciato che è in arrivo il primo carico del socio asiatico auto Leapmotor che venderà nelle sue concessionarie. La battaglia Torino-Roma prosegue.