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Svezia e Norvegia tornano al contante. Smacco alla sinistra ossessionata dall’evasione

Pesa la paura di un diffuso attacco hacker. Consigliato alle famiglie di tenere in casa un tesoretto fatto di banconote

Contante © strukt, Yng_saad, Roland Magnusson e RonyZmiri tramite Canva.com
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Svezia e Norvegia hanno deciso di incentivare un massiccio ritorno all’uso del contante nei loro rispettivi territori. Con tanti saluti alla retorica dei pagamenti tracciati come mezzi contro l’evasione fiscale. Il movente che spinge i governi di Oslo e di Stoccolma a incoraggiare i cittadini a pagare con banconote e monetine è la preoccupazione di vasti eventuali attacchi hacker che potrebbero provenire dall’area russa come misura ritorsiva.

Il risultato è però un clamoroso dietrofront politico, proprio da parte di due Paesi che erano stati gli alfieri dell’avanzata delle monete virtuali. La Norvegia peraltro era già nota per il testacoda sull’auto elettrica, dove paga l’assurdo diktat della transizione green Ue con i proventi del gas e del petrolio racimolati dal suo fondo sovrano.

Nel caso del cash così come della mobilità green siamo dinanzi a un cortocircuito sociale e mediatico. Eppure proprie Svezia e Norvegia apparivano come un paradiso agli occhi di quella parte della sinistra italiana che grida all’evasione ogni volta che un cittadino estrae dalla tasca dei pantaloni un paio di banconote da 100 euro per pagare il conto in trattoria, in tintoria, in farmacia o dal barbiere.

Giova ricordare che ad oggi nel Paese scandinavo solo il 10% delle transazioni avviene per contanti. I cittadini di quella parte di Unione europea ricorrono infatti per ogni loro esigenza alle carte di credito. Financo per comperare un pacchetto di gomme da masticare o completare altri micro-pagamenti nei chioschi.

Carte di credito ormai sempre disponibili, pronte da usare con le app di pagamento più diffuse o avvicinandole al Pos on line come con i pos,  senza più nemmeno la fatica di estrarle dal portafoglio. Perchè sono ormai dematerializzate negli wallet degli smartophone.

Un immenso “Grande Fratello” grazie al quale Svezia e Norvegia possono virtualmente sapere tutto delle spese dei loro contribuenti, scavare a piacere nelle loro vite. Invece  Stoccolma fa dietrofront, arrivando a spedire alle famiglie un opuscolo dove consiglia di nascondere in casa un tesoretto cash per eventuali emergenze.

Nessuno, infatti, può sapere in anticipo gli effetti di un attacco hacker su larga scala sul sistema informatico delle banche o sui server delle big tech. Meglio allora, come si usava fare ai tempi delle nostre bisnonne, tenere qualche risorsa immediatamente pronta all’uso sotto alle piastrelle del bagno o nella zuccheriera nascosta nella credenza.

Naturalmente, avverte Stoccolma, la soluzione ottimale sarebbe disporre di banconote di più tagli ben differenziati tra loro, così da evitare problemi con i resti davanti a una rete commerciale ormai disabituata a maneggiare monete metalliche e a guardare soldi in filigrana.

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Tanto che Stoccolma medita di imporre agli stessi negozianti di tornare ad accettare il denaro contante. La Norvegia l’ha già fatto. La nemesi del cash e una clamorosa sconfitta per chi nei palazzi romani del potere continua a considerare gli italiani un popolo di evasori e il denaro come lo sterco del diavolo.

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