Al mare, arriva dalla terra. Sembrerebbe un’ovvietà ma nel caso di Cristoforo Canavese, detto Rino, è una verità incontestabile, al punto che la sua carriera professionale e la sua storia di uomo sembra trovare sintesi nei versi di Paolo Conte: “quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi, che abbiamo visto Genova”.
Sul mare Rino Canavese in tutta la sua carriera, porta, oltre che un’eccezionale preparazione professionale nel campo delle grandi infrastrutture, sempre quella saggezza contadina di chi ha le radici nel Basso Piemonte e che alle relazioni complesse e talora incomprensibili che caratterizzano i rapporti fra imprenditori e amministratori liguri, contrappone, per lui quasi automaticamente, una strizzatina di occhio che sembra voler significare: vi capisco, so già tutto, ci penso io.
E Rino Canavese, nel corso della sua intera carriera che lo porterà a occupare la poltrona di presidenza dell’Ente porto di Savona, ci pensa davvero lui, non solo a risolvere problemi che per decenni sono rimasti nei cassetti impegnati solo a coprirsi di polvere, ma anche e specialmente a lanciare sfide talora scomode, che lo fanno amare e apprezzare (molto) a Savona, molto meno in porti e comunità portuali vicine.
Una laurea conseguita a Genova, all’inizio del 1973, in ingegneria idraulica, in un corso frequentato solo da cinque studenti, Rino Canavese, nato a Savona ma con origini di Mondovì, frequenta il corso in costruzioni marittime e questa scelta gli assicura una scorciatoia per entrare in Fincosit, colosso delle costruzioni, ma anche dei talenti e dei mestieri. Per Impresit lavora quindi alla realizzazione dei viadotti dell’autostrada Torino-Savona e qui la sorte lo avvicina al mare: il reparto opere marittime della società è guidato da Ennio Del Balzo, che lavora alla diga di quel porto di Vado acquistato da Fiat e per il quale il gigante torinese immagina sui 2 milioni di metri quadri un centro siderurgico, per poi dopo pochi anni restituire la concessione in cambio di un impegno a consegnare al neonato Ente autonomo del porto di Savona un progetto per lo sviluppo del porto.
Per Rino Canavese è la piattaforma di lancio: disegna banchine e piazzali di Vado e poi ne diventa il regista, entrando direttamente nell’Ente porto. Ma la sua carriera non è così lineare come si potrebbe pensare. Nel ‘94 accetta la proposta della Lega, si candida e diventa Onorevole, neanche a dirlo occupandosi di infrastrutture portuali e impattando per la prima volta con i colli di bottiglia della burocrazia. Due anni di “politica” ed è di nuovo sulle banchine come segretario generale della neo costituita Autorità Portuale del porto di Savona. Con l’eccezione dei traffici di frutta del gruppo Orsero, Vado è nei fatti terra di nessuno e Savona, con i traffici di forestali a rischio, vede davanti a sé solo un’onda di risacca.
L’invenzione del Palacrociere
Ma proprio nei momenti più negativi per Canavese scatta la molla che lo spinge a perseguire idee del tutto originali e a camminare come un acrobata sul fil di un rischio quotidiano di fallimento. L’idea per Savona è quella di un terminal crociere che incontra opposizioni da dentro e da fuori, anche perché il porto sembra aver optato da tempo per un’ipotesi differente, ovvero quella di un cantiere per la costruzione di yacht superlusso.
Le tariffe alte del porto di Genova con un costo a passeggero che supera le 45.000 lire, contro le 9.000 ipotizzate da Savona, sono una calamita per gruppi come Festival Crociere e Costa che crede alle promesse di Canavese e presenta domanda di concessione demaniale. Nel 2003 viene inaugurato ufficialmente il Palacrociere di Savona che innesca una vera propria reazione a catena, rendendo possibile in pochi anni la metamorfosi del porto vecchio di Savona che, da un lato, si apre alla città, dall’altro anche a quelle attività di nautica da diporto che sembravano essere in contrapposizione con uno sviluppo crocieristico da vero e proprio boom.
Canavese, segretario generale dell’Autorità e mente del miracolo crociere, sembra essere il candidato naturale per la presidenza, ma la politica regionale non lo sostiene e solo nel 2004, con il sostegno coeso dei maggiori gruppi imprenditoriali del porto, viene nominato commissario, quindi Presidente.
E da Presidente mette la prua al mare, navigando fra gli scogli ma puntando e raggiungendo obiettivi che sono per certi aspetti la sintesi della sua vita.
Vado un terminal per le grandi portacontainers
Attorno al Palacrociere di Savona sorge una vera e propria cittadella del mare, ma anche a Vado, si materializza sui disegni e poi sul mare, a distanza di anni, il progetto redatto dall’allora giovane ingegnere idraulico. Per il terminal di Vado e per il retroporto del VIO, il Presidente di Savona utilizza, ed è il primo caso in Italia, un bando per un project europeo. E su questo progetto catalizza gli interessi di quello che allora era il numero uno al mondo del traffico container, la danese Maersk, ma anche la compagnia nazionale cinese Cosco.
Il terminal è anche il primo a traguardare il futuro, quello delle grandi navi portacontainer che hanno bisogno di fondali a 24, 25 metri di cui il nascente porto dispone. E lo stesso vale per il VIO, il retroporto di Vado dove il Presidente del porto realizza parallelamente il suo disegno di insediamenti industriali e logistici.
Mai disposto a tirarsi indietro, anche quando lo scontro si fa più duro, il Presidente di Savona, che resta al timone del porto sino al 2012, nel blitz sulle crociere ha sfruttato lo scontento dei grandi gruppi armatoriali per i costi e l’operatività di altri porti concorrenti; ma il campo di battaglia sul quale si muove con maggiore sicurezza è quello delle infrastrutture ferroviarie, di cui è un grande supporter, e delle connessioni autostradali. In questo settore dialoga con tutti i principali players, da Trenitalia a RFI, da Hupac al Gruppo Gavio.
E con l’obiettivo di efficientare i collegamenti ferroviari e quindi la struttura logistica, utilizza, altra sua caratteristica originale, tutti gli strumenti anche normativi che gli altri non hanno mai usato. Mette a gara europea le manovre ferroviarie del porto e per la piattaforma di Vado acquista direttamente dalla Bombardier i locomotori che potranno essere utilizzati sia in banchina e nei terminal, sia sulle linee di collegamento con l’hinterland.
Una delle tante micro-rivoluzioni, e neppure tanto micro, che l’ingegnere idraulico, prestato alla portualità, avvia, persegue con ostinazione e realizza. Pensando poi al basso Piemonte come la casa in cui tornare sempre e comunque.
5. Continua …
Leggi tutti i capitoli:
- Un paese molto strano
- Isole infelici
- Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
- Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
- Tutti i porti dei presidenti: Cristoforo Canavese
- Tutti i porti dei presidenti: Paolo Costa
- Tutti i porti dei presidenti: Roberto D’Alessandro
- Tutti i porti dei presidenti: Alessandro Di Cio’
- Tutti i porti dei Presidenti: Michele Lacalamita
- Tutti i porti dei Presidenti: Rinaldo Magnani
- Tutti i porti del presidente: Marina Monassi
- Tutti i porti dei Presidenti: Gianni Moscherini
Si ringraziano per la collaborazione:
- ASSAGENTI
- Assarmatori
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale
- FEDERAGENTI
- Federlogistica
- Fondazione Slala
- GNV - Grandi Navi Veloci
- Gruppo Gallozzi
- Ignazio Messina & C.
- ISoMAR
- Nova Marine Carriers
- SAAR Depositi Portuali
- Shipping Mediterranean SeaLog
- Unione Utenti del Porto di Savona – Vado Ligure