Forse in nessun altro porto italiano l’identificazione fra una lunga stagione di successi e un uomo è stata così netta e cristallina come a La Spezia con Giorgio Bucchioni. Imprenditore, agente marittimo, amministratore pubblico, Presidente di associazioni professionali, Presidente del porto. Nessuno di questi incarichi o ruoli ne spiega il motivo, perché il motivo, quello vero, alle radici di questa identificazione, va ricercato nell’uomo.
Ancora oggi chi lo ha conosciuto ricorda di lui una dote unica, quella di saper ascoltare, di considerare il tempo dedicato agli altri, indipendentemente dal loro censo o dal loro ruolo, come un arricchimento, mai come minuti o ore perse. Una caratteristica che negli anni aveva fatto di Giorgio Bucchioni il centro indiscutibile di quella comunità estesa di impresa, lavoro, governo che gravitava sulle banchine del porto.
Giorgio Santiago Bucchioni ha indubbiamente una buona scuola alle spalle: quel Luigi Cangini, padre della moglie, che aveva rilevato l’agenzia Lardon e che era considerato una sorta di padre fondatore del porto di La Spezia. Ma al peso dell’esperienza e del potere in campo marittimo, Bucchioni somma un fattore solo suo, una capacità innata di considerare non la vita come una variabile indipendente dal tempo, bensì il tempo stesso come variabile indipendente dalla vita.
Nel suo ufficio, sia in quello di imprenditore, sia, a maggior ragione, in quello di Presidente dell’Azienda Mezzi Meccanici, quindi dell’Autorità Portuale, c’è spazio sempre e comunque per tutti: per Angelo Ravano, il padre della logistica che aveva individuato in un porto prevalentemente militare i semi di un successo destinato a diventare storia, sino all’ultimo degli allevatori di muscoli, preoccupato da un’espansione dei traffici che avrebbe potuto privarlo dell’unica fonte di reddito. Forse dietro a questa sua disponibilità all’ascolto, si cela anche la capacità di scegliere gli uomini, di comprendere in anticipo rispetto ad altri chi nascondeva un reale valore aggiunto.
Come affermano in molti, perché intuisce in quella scomparsa prematura anche i sintomi di una crisi che dopo gli anni del boom, quelli del “miracolo La Spezia” di cui è stato a sua volta protagonista, sarebbe seguito un periodo non tanto di ripensamento della formula La Spezia, quanto di stagnazione anche della formula stessa.
Ma sarebbe sbagliato racchiudere la carriera di Giorgio Santiago Bucchioni fra le sole mura dell’Autorità Portuale e della sua antenata Azienda Mezzi Meccanici. Certo, i 17 anni al timone del porto lasciano un segno indelebile sulle banchine. Ma il suo ruolo di punto di riferimento della comunità portuale e marittima cresce per tutta la sua vita anche attraverso altri ruoli associativi oltre che imprenditoriali importanti, nonché attraverso il confronto con imprenditori di primo piano e non solo nel mondo della logistica e della portualità.
Di lui si ricordano anche i confronti con Pozzoli o con Papi (che lo sconfigge per un solo voto negandogli in quell’occasione la presidenza dell’Unione Industriali della Spezia). Ma è il porto, o meglio la terra di mezzo fra terminal e mare, il suo habitat naturale. In lui tutti identificano l’artefice silenzioso del miracolo portuale di La Spezia, quel miracolo che spinge tante compagnie di navigazione ad abbandonare gli scali storici di Genova o Livorno, optando per quel porto militare dove il lavoro è spesso, per i primogeniti di famiglie contadine, il vero ascensore sociale.
Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia dal 1995 al 2005, in precedenza già al vertice dell’Azienda Mezzi Meccanici dello scalo dal 1988 al 2004, laureato in giurisprudenza all’Università di Genova, una vita passata nel settore, era Presidente dell’Associazione Agenti Marittimi dal 2018. Nel suo curriculum una serie innumerevole di incarichi nel mondo socio-economico dello Spezzino. Ma nel curriculum manca clamorosamente un attributo: il faro. Perché per oltre trent’anni della Spezia e del suo porto, Giorgio Santiago Bucchioni, è il faro, un faro che non si spegne neppure quando una grave e incurabile malattia ne erode giorno dopo giorno le forze.
Il boom del La Spezia Container Terminal, il successo del retroporto di Santo Stefano Magra, l’insediamento dei primi cantieri per la grande nautica da diporto. Non esiste storia recente del porto ligure che non lo veda protagonista, in grado di dialogare – come fa con ironia e una normalità che normale e consueta non è – con i grandi della logistica e dello shipping con i quali crea spesso un’empatia e una comunione di intenti, che solo lì nel Golfo dei Poeti sono possibili, grazie alla sua mediazione, alla sua creatività anche nella creazione di sistemi di relazione. Con Angelo Ravano, inventore della moderna logistica e dello straordinario slogan “we bring the ship to your factory” è un partner ma anche un complice; dialoga con Gianluigi Aponte, così come con Thomas Eckelmann.
Ma i suoi interlocutori preferiti sono quelli con i quali condivide passioni e sogni, come Marco Simonetti, che precederà di pochi anni la fine della sua avventura terrena. Al funerale del suo amico piange in silenzio, conservando quella posizione eretta, le braccia conserte, che contraddistinguono questo gentleman del levante ligure.
Protagonista negli anni ‘80 e ‘90 della esaltante avventura spezzina, è fra i fautori di quella formula di privatizzazione che, attraverso i terminal operator, consentirà ai porti di liberarsi delle catene di anni e anni anche di condizionamento politico. Appoggia la riforma del 1994, ma non applaude a quella del Ministro Del Rio, che non casualmente, in pochi anni coinciderà con un regresso del porto della Spezia.
Vive in prima linea i cambiamenti profondi che intervengono nello shipping mondiale e quando la coreana Hanjin affonda, subisce un colpo imprenditoriale che solo la sua proiezione naturale al domani gli consente di assorbire.
Recentemente nell’Autorità Portuale di La Spezia, anzi in quella che – con una definizione che lui detestava – è stata battezzata Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, gli è stata intitolata la sala dove si svolgono congressi, incontri, anche quelli di una città che se ha scoperto, parzialmente, il porto, lo deve solo a lui.
4. Continua …
Leggi tutti i capitoli:
- Un paese molto strano
- Isole infelici
- Tutti i porti dei Presidenti: Stefano Canzio
- Tutti i porti dei presidenti: Giorgio Bucchioni
Si ringraziano per la collaborazione:
- ASSAGENTI
- Assarmatori
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale
- FEDERAGENTI
- Federlogistica
- Fondazione Slala
- GNV - Grandi Navi Veloci
- Gruppo Gallozzi
- Ignazio Messina & C.
- ISoMAR
- Nova Marine Carriers
- SAAR Depositi Portuali
- Shipping Mediterranean SeaLog
- Unione Utenti del Porto di Savona – Vado Ligure