Il Dipartimento di Stato Usa si allea con le bandiere che un tempo venivano definite ombra, ovvero le flag of convenience, per disporre di uno shipping database continuamente aggiornato su ogni singola nave e su anche il più lontano sospetto di aggiramento delle sanzioni contro la Russia e l’Iran che fosse stato perpetrato utilizzando questa nave.
A creare il database Registry Information Sharing Compact (RISC), sostenuto dal Dipartimento di Stato americano sono tre bandiere particolarmente significative, ovvero quelle di Panama, delle Isole Marshall e della Liberia che si sono impegnate, attraverso i loro registri di immatricolazione, a condividere una lista nera sulla storia delle navi e su eventuali problemi legati alle sanzioni.
Il database RISC – questo il nuovo strumento – è una risorsa online gratuita che consente ai registri di bandiera di condividere e accedere a informazioni dettagliate sulla storia delle navi.
Consente di collaborare nell’identificazione di quelle che i creatori dello shipping database descrivono come navi “problematiche” che potrebbero eludere le sanzioni o intraprendere attività sospette. Mettendo a fattor comune questi dati, i registri di bandiera hanno ufficializzato l’intenzione di migliorare la loro trasparenza, mitigare i rischi e impedire che le navi già sotto inchiesta, perché sospettate di aver trasportato carichi in violazione delel sanzioni internazionali, cambino bandiera e possano così eludere i controlli.
La notizia è trapelata in queste ore senza eccessiva enfasi, anche se è evidente l’intenzione del Dipartimento di Stato Usa di intervenire a gamba tesa per arginare l’incremento dei carichi da e per la Russia. Per altro sta emergendo con prepotenza in questa sfida marittima fra Stati Uniti e Russia, anche il ruolo di Hong Kong protagonista numero uno nel risiko quotidiano per aggirare le sanzioni.
Hong Kong base operativa per i traffici illeciti
Secondo una nuova analisi pubblicata dalla Fondazione Committee for Freedom in Hong Kong le aziende di Hong Kong hanno contribuito all’esportazione di beni che rientrano nell’elenco di prodotti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea – noti come Common High Priority Items – indicati come tecnologia essenziale utilizzata dalla macchina da guerra della Russia. Il rapporto illustra anche come le aziende di Hong Kong aiutino la Russia, l’Iran e la Corea del Nord.
Lo studio sostiene che Hong Kong è diventato il principale nodo globale per la finanza e il commercio illeciti e che ciò riflette una scelta precisa del governo di Pechino. riflette una politica governativa deliberata finalizzata a offrire un luogo sicuro e favorevole alle imprese per la creazione di filiali per la proprietà di navi. Il rapporto cita anche i nomi di 31 navi possedute o gestite da filiali di Hong Kong della Russia.
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Ma il sistema delle sanzioni fa acqua ovunque: Malta è emersa come la principale destinazione europea per i trasferimenti da nave a nave (STS) di petrolio russo facendo seguito alla decisione della marina greca di scoraggiare tali attività nel Golfo di Laconia, circa 180 km a sud est di Atene e quindi a un esodo massiccio di petroliererusse .
In crescita i trasferimenti di petrolio da nave a nave
Dal 1° maggio, per motivi di esercitazioni militari, la marina greca ha messo fuori legge un’area in acque internazionali a sud-est delle isole del Peloponneso, a sei miglia nautiche dalla costa della Laconia, uno specchio d’acqua che negli ultimi due anni ha visto le petroliere legate alla Russia punteggiare l’orizzonte. Di conseguenza, quest’estate si è registrato un esodo di petroliere dalle acque greche verso nuovi siti nel Mediterraneo e in primis Malta. Secondo i dati Kpler dal 1° maggio al 1° agosto sono stati registrati 122 trasferimenti STS (ship to ship) in varie regioni. La maggior parte dei trasferimenti è avvenuta nell’area di Malta, con il 44% dei trasferimenti, seguita da Augusta in Sicilia con 11 trasferimenti (9%) e da Lome in Togo con nove trasferimenti (7%).