Cultura, tv e spettacoli

Il catechismo ambientale

Ecoscemi: i bimbi di Greta provano ad imbrattare la Venere di Botticelli

Tre fanatici ambientalisti si sono incollati al vetro della “Venere” di Botticelli, in segno di protesta contro il cambiamento climatico

Cultura, tv e spettacoli

Ultima generazione. Speriamo sul serio. Dovrebbero essere, se non sbagliamo e se sbagliamo è lo stesso, tanto son tutti buoni a nulla della stessa risma, le teste di condominio che bloccano il riscaldamento globale “contro la Co2”, di fatto alimentandola a livelli mostruosi perché provocano ingorghi omerici. Ieri, due di questi fannulloni ne hanno pensata un’altra: sono andati agli Uffizi di Firenze e si sono incollati, letteralmente, al vetro che protegge la Primavera di Botticelli, al grido “il pianeta è finito, no oil no carbone, non c’è più tempo” ed altre cazzate gretine. Sono mentecatti, ma sanno quello che fanno e non sono per niente disinteressati. Del pianeta non gliene frega niente.

C’è un video che, in un fulmineo particolare, è rivelatore: nel silenzio generale dei turisti costernati, a un certo punto una malata di mente grida “bravi!”, al che il maschio (se è maschio) tradisce come un fremito di piacere e, con lo sguardo, cerca avidamente la fan. “Ci state rubando il futuro”: età media di questi fannulloni: 37 anni. No carbone, no petroil: inutile spiegare, ancora e ancora e ancora, che in Cina hanno 87 centrali a carbone, che in Germania hanno ripensato la demenziale politica antinucleare della Merkel, che c’è un conflitto ucraino che strangola l’Europa (per colpe tutte sue), che, che, che…

Il delirio di Repubblica

E vagli un po’ a dire di farle appunto in Cina, o dove diavolo vogliono, certe pagliacciate: sanno perfettamente che là verrebbero subito messi ai ceppi, mentre qua ottengono visibilità e persino prestigio. Totalmente scollegati da ogni realtà, autoreferenziali, megalomani, fortemente determinati a non fare nulla per tutta la vita, fino a che qualche partito sedicente ambientalista non li candida. C’è un business dietro questa follia, c’è l’agenda globalista europea e questo non è complottismo, sono loro a dirlo: 3 triliardi di euro o dollari già bruciati, e siamo per terra. Il presidente di Nomisma energia, Tabarelli, avverte: prepariamoci a privazioni inaudite il prossimo inverno, e questi pretendono di scaldare “il pianeta” con le loro scorregge decarbonizzate.

Ma, fosse tutto qui, la notizia dove sarebbe? Invece, c’è ed è che La Repubblica, il giornale del Pd, ovviamente li esalta: “guerrieri del clima”, li chiama in una allucinante paginata. Tutta la cronaca, minuto per minuto, dell’eroica impresa di questi due lunatici, fino a che non li hanno trascinati via come a Roma si fa con la monnezza. Di spalla, un boxino con la dolce reprimenda, eh, ragazzi, bravi, per carità ma che c’entra la Primavera? Ma il tono è agiografico, a riprova di quello che ci aspetta per le prossime elezioni, altro che “emergenza democratica” con Giorgia Meloni.

La sceneggiata ambientalista

C’è un disegno e c’è una strategia diffusa: prima la torta in faccia al vetro della Gioconda, al Louvre, dove però non scherzano, poi il danneggiamento (“seppur lievemente”, tuona la solita Repubblica) della cornice di un dipinto di John Constable alla National Gallery di Londra, e chissà quante ne seguiranno. Dove starebbe il fil rouge tra il rigassificatore di Piombino e Monna Lisa, solo Greta lo sa. Ma che importa, nell’epoca in cui una che gnagnera in corsivo va al Grande Fratello Vip (Vip?), tutto vale, tutto è possibile. Era più serio Ruggiero di Verdone, quello che mangiava le cose buone della terra, “pisselli, zucchini, faggioli”, tutte cose un sacco salutari, e poi faceva il bagno co’ la spada de fori insieme ai Figli dell’amore eterno, “senza ‘na casa, senza na famija, co’ le pezze ar culo”.

A riprova che questi arrivisti climatici, nel senso di climaterio, non hanno inventato niente, sono vecchi quanto il motore a scoppio, ma meno utili. E sempre senza il cervello. Dalla cronaca senza speranza di Repubblica: “I due appoggiano le mani imbrattate di colla bianca sul vetro infrangibile a guardia della “Primavera” e cominciano un comizio-show: «L’unica cosa che possiamo fare per salvare l’umanità è smetterla coi combustibili fossili. Non ci sarà più arte non ci sarà più futuro se continuiamo ad investire nella morte delle persone». I presenti si lamentano. Qualcuno urla smettetela. La scena diventa uno spettacolo”.

Uno spettacolo, capite? No, è una sceneggiata, qualcosa di patetico, di miserabile, ma per i lettori progressisti la cultura è questa. La spocchia degli idioti. Di che stiamo ancora a parlare? “Denunciati in tre”, i due guerrieri e una che li riprendeva con lo smartphone: senza vanità, ogni salvezza è inutile, lo aveva già colto Andy Warhol. Sai che c’è? A questi fategli fondare un gruppuscolo, chiamateli Maraskin, dateli a Manuel Agnelli, fategli vincere un paio di talent, Sanremo incluso, e guariranno.

Max Del Papa, 23 luglio 2022