Intervenendo alla quinta edizione del Soft Power Club, associazione internazionale fondata da Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni ed altri politici di “grido” hanno lanciato l’allarme sui rischi della disinformazione. Rischi anche per la democrazia, come riporta un lancio dell’Ansa.
In particolare, l’ex premier, intervenendo con un video messaggio, ha definito i social media una sorta di veicolo di notizie false. Il loro sviluppo -ha precisato – “ha prodotto l’incapacità di mettersi d’accordo persino sui fatti di base”. Tutto questo, sempre secondo Gentiloni, “rischierebbe in definitiva di minare le nostre democrazie”.
Ebbene, se l’alternativa alla proliferazione delle cosiddette fake news, vere o presunte tali, è ciò a cui abbiamo assistito durante la pandemia di Covid, in cui l’affermazione di un pensiero unico ha raggiunto livelli assai preoccupanti, per un vero liberale non c’è partita, illustre Gentiloni: meglio essere sommersi da una valanga di frottole piuttosto che vivere in un sistema nel quale impera un onnipotente ministero della verità in stile orwelliano.
Claudio Romiti, 2 settembre 2024
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