Cronaca

Le immagini

Eh no, Repubblica: questo video mostra che non puoi titolare così

A Roma il corteo dei Pro-Pal ha cercato lo scontro. Nessuna “manganellata”: le immagini mostrano la violenza dei tifosi di Hamas

scontri roma pro-Pal2

Chi scrive, di queste manifestazioni di centri sociali, antagonisti, pro-Palestina, movimenti per la casa e similari, ne ha viste a bizzeffe. Da dentro. Inutile precisarlo: nel 99% dei casi, quando sono organizzate da certi ambienti, finiscono sempre allo stesso modo. Gli organizzatori pretendono di muoversi in corteo lì dove è stato loro precluso, provano a trattare con le forze dell’ordine e poi cercano di prendersi con la forza quello che ritengono un loro diritto. Avanzano, picchiano contro gli scudi, gli agenti reagiscono e scoppia il finimondo. Un copione recitato sempre alla perfezione. Ma la cosa che più colpisce, di solito, è il disallineamento tra ciò che accade in piazza e i titoli dei giornali. O meglio: di certi giornali.

Prendete i fatti di oggi a Roma, dove i pro-Hamas si sono radunati nonostante il divieto della Questura (dettaglio non indifferente, sia chiaro) per una manifestazione che è finita come tutti immaginavano finisse. A cazzotti. All’inizio gli attivisti hanno provato a trattare con le forze dell’ordine per riuscire a “muovere” la manifestazione da piazzale Ostiense, poi nonostante il diniego si sono scagliati contro le camionette della Guardia di Finanza che bloccavano gli accessi alla piazza. Le immagini (guardate qua sotto) parlano chiaro: gli agenti erano fermi, come da prescrizioni, e sono stati i manifestanti a cercare deliberatamente lo scontro. Hanno usato violenza. Hanno voluto violenza.

Le divise come ovvio hanno poi risposto con gli scudi, con gli sfollagente, gli idranti e hanno sparato lacrimogeni per evitare di essere subissati dalle bombe molotov, dai petardi, dalle bottiglie, dai sassi e – scena clamorosa – da pali della segnaletica stradale utilizzati come arieti. Un attacco potenzialmente letale. Guardate qui sotto un estratto delle immagini che andranno in onda a Quarta Repubblica lunedì prossimo: fanno impressione. Anche un fotografo è stato bastonato da alcuni incappucciati.

E qui torniamo a “certi titoli”, in questo caso di Repubblica nella sua versione online. Testuale: “Scontri e manganellate al corteo pro-Palestina“. Come, scusa? “Scontri e manganellate”? Così sembra quasi che ad attaccare i poveri manifestanti per Gaza siano stati quei cattivoni in divisa. Una bugia bella e buona. Se – come dimostrano i video – a cercare il contatto, a colpire per primi, a lanciare bombe e a caricare gli agenti con un palo della segnaletica stradale sono stati proprio i manifestanti, perché focalizzare l’attenzione sulle “manganellate”? In fondo queste ultime non sono altro che la normale conseguenza delle azioni illegali di chi in quella piazza, in teoria, da prescrizione del questore – giusta o sbagliata che fosse a questo punto poco importa – non avrebbe neppure dovuto esserci. Risultato: 30 feriti tra gli agenti, almeno cinque fermi. “La violenza è stata premeditata e orchestrata”, dicono i funzionari di polizia. “Frange violente infiltrate”, fa sapere il Viminale. Ecco, cara Repubblica, due idee per un titolo più aderente alla realtà.

Giuseppe De Lorenzo, 5 ottobre 2024

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