La campagna elettorale potrebbe riservarci un ulteriore colpo di scena. In queste ore non c’è ancora certezza che i seggi si apriranno domenica 25 settembre. E il motivo ha un nome e un cognome: Marco Cappato.
Lo storico esponente radicale ha infatti presentato un ricorso al Tribunale civile di Milano chiedendo la riammissione d’urgenza della sua lista “Referendum e democrazia con Cappato”, esclusa a causa delle firme digitali (e non manuali) raccolte a suo sostegno. Nel procedimento era stato anche chiesto di sollevare una questione di legittimità costituzionale, “per la palese irragionevolezza del presunto divieto di presentazione in forma elettronica di liste in occasione delle elezioni, laddove, da più di un anno la stessa identica procedura è ammessa invece per iniziative di un valore costituzionale altrettanto rilevante e cioè per le iniziative referendarie e le iniziative di legge popolare”.
Una decisione, quella del giudice del Tribunale, attesa in queste ore, e che arriverà sicuramente prima di domenica. Qualora la richiesta di Cappato venisse accolta la data del voto slitterebbe a novembre.
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Aggiornamento: proprio in questi minuti è arrivata la decisione di Andrea Borrelli, giudice della prima sezione civile del Tribunale di Milano che respinge il ricorso cautelare presentato da Marco Cappato. Si legge tra le motivazioni: “Il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto (la verifica dell’effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati) della fattispecie controversa (verifica che non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente)”, dunque “deve ritenersi l’insussistenza del presupposto della richiesta tutela cautelare, costituito all’apparenza del buon diritto”.