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Elezioni, allarme centrodestra: chi lavora per impedirne la vittoria

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Con le elezioni politiche ormai alle porte e il centrodestra avanti in tutti i sondaggi tornano improvvisamente di moda alcuni termini tipici del linguaggio finanziario che negli ultimi diciotto mesi avevamo quasi dimenticato.

All’indomani delle dimissioni di Mario Draghi da Presidente del Consiglio, infatti, è immediatamente riapparso sulla scena uno dei protagonisti assoluti di passate esperienze di governo: lo spread, sempre pronto a mietere nuove vittime dopo aver decretato la morte dell’ultimo governo Berlusconi nel 2011.

Lo spread, tuttavia, non rappresenta l’unico spauracchio agitato dal potere finanziario per frenare la corsa del partito o della coalizione di governo sgradita. Nelle ultimissime ore, infatti, sono tornati di strettissima attualità anche termini come outlook e rating.

L’agenzia Moody’s ha infatti comunicato la variazione dell’outlook per il rating sovrano assegnato all’Italia da “stabile” a “negativo”. Moody’s al momento ha confermato il rating a BAA3, ma ha altresì indicato tre motivi della revisione dell’outlook: i rischi per il profilo di credito dell’Italia a causa dell’impatto economico dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Secondo l’agenzia di rating, esistono maggiori rischi che il contesto politico ostacoli l’attuazione delle riforme strutturali, comprese quelle contenute nel Pnrr. Inoltre, aumenta il rischio che i problemi di approvvigionamento energetico indeboliscano le prospettive economiche. Infine, vi è il rischio che la solidità fiscale dell’Italia sia ulteriormente indebolita da una crescita lenta, da costi di finanziamento più elevati e da una disciplina fiscale potenzialmente più debole.

Una decisione, quella di Moody’s, accolta con una certa incredulità dal Ministero del Tesoro: “Sebbene il peggioramento dell’outlook non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile”, si legge in una nota del Mef. Una decisione opinabile anche secondo il Tesoro, dunque, che arriva proprio alla vigilia della tornata elettorale del prossimo 25 settembre.

Sarà soltanto un caso? Probabilmente sì. Ma è anche un primo campanello d’allarme che il centrodestra non può e non deve ignorare: i principali avversari con cui dover fare i conti in questa campagna elettorali potrebbero non essere Letta, Calenda &co, bensì mercati finanziari e agenzie di rating.

Salvatore Di Bartolo, 6 agosto 2022

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