Elezioni europee, Africa, Ucraina: i 4 motivi per cui Macron è “instabile”

Il presidente francese è in prima linea su diversi dossier (internazionali e non) e il bilancio è tutt’altro che positivo

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macron armi ucraina

L’ambizione di diventare il condottiero del Vecchio Continente, il rischio di schiantarsi al suolo come Icaro. Negli ultimi mesi Emmanuel Macron è stato uno – o forse il – dei grandi protagonisti della scena internazionale, ma non in termini positivi. Forse tracotante, il presidente francese ha fatto più volte il passo più lungo della gamba e ora, alla vigilia delle elezioni europee, traballa. Una situazione di instabilità – non mentale, sia chiaro –  che rischia di provocare scenari pericolosi, soprattutto se pensiamo all’Ucraina, e che è riconducibile a cinque dossier.

I problemi interni

Uno dei principali problemi di Macron è la tenuta del governo. Premier e ministri cambiati con una regolarità impressionante, senza mai risolvere i problemi. E attenzione, le devastazioni urbane e l’emergenza sicurezza nei ghetti neanche vanno citate. Perché negli ultimi mesi Parigi è stata scossa dalle vibranti proteste contro  la riforma delle pensioni e il pacchetto immigrazione. Misure coste il posto all’ex premier Borne, ma il regno di Attal è tutt’altro che sereno, complici i numeri dei sondaggi e un clima di totale sfiducia nei confronti di chi è al potere.

Il Sahel

“La Francafrique è morta”. Queste le parole utilizzate da Macron nel settembre del 2023 in un’intervista al canale nazionale Tf1. Quanto accaduto in Niger, con il trionfo della giunta golpista, ha certificato il fallimento della politica estera di Parigi nel Sahel. Un’area dell’Africa che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con colpi di Stato in Mali, Burkina Faso, Guinea e appunto Niger, rovesciamenti legati indissolubilmente alla cattiva gestione degli affari di Stato, la deterioramento della situazione della sicurezza e soprattutto al ritiro delle truppe francesi. Ma c’è di più e qui dobbiamo collegarci al terzo punto.

L’Ucraina

La perdita del Sahel sembra aver spinto Macron a voler recitare un ruolo da protagonista nella crisi in Ucraina. Già in prima linea nei giorni antecedenti all’invasione ordinata di Vladimir Putin, il capo dell’Eliseo nelle ultime settimane ha rischiato in più di un’occasione di provocare un allargamento del conflitto. Macron ha infatti ipotizzato l’invio di militari occidentali in Ucraina per combattere contro le truppe di Mosca. Non pago, nonostante le reazioni muscolari del Cremlino, nelle ultime ore ha annunciato di voler fornire a Zelensky caccia di quarta generazione ‘Mirage 2000’ e di voler addestrare piloti ucraini in territorio francese. È tutto? Macchè: “Voglio formare una brigata francese in Ucraina”, il suo annuncio senza entrare nel dettaglio. E il problema sarebbero le parole di Matteo Salvini…

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Le elezioni europee

Quest’ultima sortita di Macron potrebbe essere legata alle imminenti elezioni europee, crocevia fondamentale per il Vecchio Continente ma non solo. In Francia si parla di “voto più importante della storia dell’Unione” e non è un caso, considerando che il premier Attal deve fare i conti con due mozioni di censura, una della France Insoumise (Lfi) l’altra del Rassemblement National (Rn), entrambe contro i tagli al bilancio. Il quadro presentato dagli ultimi sondaggi ufficiali è drammatico: battuta solo grazie alle classiche accozzaglie rosse, Marine Le Pen ha il doppio dei voti del capo dell’Eliseo. E anche in questo caso si tratta di una notizia tragica, perchè la leader di destra considera queste europee un referendum su Macron. E non si può nemmeno puntare sull’unità della sinistra: i partiti complessivamente rappresentano il 32,5 per cento, ma sono più divisi che mai. Posizioni inconciliabili, per intenderci. La disfatta del partito del presidente potrebbe scatenare un’ondata esiziale. E le filippiche anti-Putin assumono così un altro valore: un disperato tentativo di rimanere a galla.

Franco Lodige, 8 giugno 2024

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