Elezioni, Francia al voto. Le Pen sogna: cosa dicono i sondaggi

Dopo il tracollo alle Europee, l’azzardo di Macron. Il Fronte Popolare non così compatto contro l’avanzata di Jordan Bardella e il suo Rassemblement National

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È il giorno delle elezioni in Francia. In uno scenario politico in rapido mutamento, il paese è arrivato ad un punto di svolta cruciale. Il tracollo di Emmanuel Macron alle Europee ha spinto l’inquilino dell’Eliseo a tentare l’azzardo: sciogliere le camere, chiamare i francesi al voto nella speranza che si ripeta il classico cordone sanitario contro la destra al potere. Ma stavolta il Fronte Popolare non è così compatto, la sinistra di Mélenchon spaventa quanto (forse più) di Jordan Bardella e Le Pen stavolta può sognare di portare il suo Rassemblement National al potere. In attesa di puntare alla presidenza al prossimo giro.

Elezioni Francia, sogna Le Pen

La situazione politica in Francia si presenta estremamente polarizzata, con il Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella che sembra guadagnare sempre più consensi, mettendo in allarme una parte dell’opinione pubblica e dei media. Questi ultimi, infatti, hanno espresso preoccupazioni per un’eventuale vittoria del RN, visto e considerato che una vittoria dell’enfant prodige di Marine Le Pen porterebbe alla “coabitazione politica” tra premier e presidente di due schieramenti diversi. Di fronte a questo panorama, Bardella stesso ha commentato con ironia le apprensioni mostrate, evidenziando un confronto aperto e diretto con quelle che percepisce come le istituzioni dominanti e poco inclini al cambiamento. La “coabitazione” potrebbe scatenare reazioni significative, specialmente da parte della sinistra, che ha già annunciato grandi manifestazioni in caso di successo del RN.

La sinistra alza le barricate

La sinistra, unita sotto il Nouveau Front Populaire, si posiziona come principale antagonista della destra, cercando di raccogliere il malcontento e organizzare una forma di resistenza che potrebbe concretizzarsi in manifestazioni e azioni di protesta, come già visto in passato durante periodi di forte tensione politica.

Elezioni Francia, cosa dicono i sondaggi

I sondaggi però al momento danno ragione a Le Pen. Le anticipazioni e i sondaggi delineano un quadro dove il RN, insieme agli alleati guidati da Éric Ciotti, si colloca nettamente in vantaggio con il 36% dei voti. Subito sotto il Nouveau Front Populaire (NFP) con il 28-29% e in ultima posizione il partito di Macron e del premier Attal, con i sostenitori raggruppati nella coalizione Ensemble pour la République, fermi al 20%. Il che potrebbe significare maggioranza assoluta per Bardellà.

Come si vota?

Questo significa che alle 20 di stasera, quando chiuderanno gli ultimi seggi, conosceremo i vincitori di queste elezioni? No. Gli exit poll, che analizzano i dati provenienti dai seggi che chiudono alle 18, daranno solo una indicazione del totale dei voti raccolti dai partiti. Ma per l’Assemblea Nazionale il voto è con sistema uninominale: per ogni seggio, vince il candidato che ottiene più voti e in quasi tutti è scontato il ricorso al ballottaggio. Passa al primo turno infatti solo il candidato di ogni collegio solo se oggi ottiene il 50% dei voti (con un numero di voti almeno pari a un quarto degli elettori registrati), altrimenti il 7 luglio il confronto sarà tra i due candidati che risulteranno più votati e tutti quelli che ottengono più del 12,5% dei voti del numero di elettori registrati nella circoscrizione.. A quel punto Macron dovrà decidere se ritirare o meno i suoi candidati in terza posizione e far convergere il voto sul Fronte Popolare.

Per l’Assemblea Nazionale la Costituzione francese fissa a 577 il numero massimo di deputati, divisi in 558 dipartimenti e altri seggi distribuiti tra Nuova Caledonia (8) e francesi all’estero (11).

Macron dovrà dimettersi?

Tra una settimana, l’incertezza riguarderà invece il fatto se Rassemblement National riuscirà a raggiungere i 289 seggi necessari a garantire la maggioranza assoluta, condizione posta da Bardella per accettare l’incarico di primo ministro ed evitare di logorarsi al potere senza avere i numeri per incidere. In caso contrario, tuttavia, è scontato che né il Fronte Popolare né i macroniani riusciranno a ottenere i voti per formare un governo. Il rischio è un blocco parlamentare, provocato – di fatto – dalla scelta di Macron di tornare alle urne. A quel punto, molti sostengono che ad Emmanuel non resterebbe altra soluzione che rassegnare le dimissioni.

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