Gruppi di pressione, lobby, servizi segreti sono sempre esistiti e da sempre cercano di influenzare la vita politica. Negli ultimi tempi, tuttavia, i loro interventi risultano più frequenti. Forse sono solo coincidenze, ma alcuni potenti fattori, come si vede anche fuori Europa (Stati Uniti, Sudamerica), alimentano la tendenza.
Due hanno particolare rilievo. a) Il primo è connesso alla mutazione dei sistemi politici che da tempo perdono elementi di stabilità, capaci di orientare sul lungo termine interessi e sentimenti (partiti organizzati, media responsabili, sindacati), e dipendono sempre più da fattori volatili, fragili, poco strutturati (personalità dei leader, mode, onde dei social). Influssi esterni, ad alto impatto emotivo, in un tale contesto possono sfondare più facilmente. b) Il secondo riguarda i rapporti fra gli Stati e vale soprattutto per l’Europa, dove si indebolisce la disciplina dell’integrazione. Fra le potenze aumentano tensioni o addirittura conflitti, le alleanze si sfilacciano, ognuno si sente più solo. La tentazione di condizionare le scelte in casa d’altri cresce d’intensità. Gli hacker forse hanno validi concorrenti.
Antonio Pilati, 24 maggio 2019