Elezioni Usa, cosa insegna il precedente su Lincoln

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Elettoralmente parlando, Abraham Lincoln e Woodrow Wilson sono accumunati dal fatto di essere stati eletti a seguito e in conseguenza della crisi contingente dello schieramento opposto che, dividendosi, ha consentito loro di vincere pur avendo raccolto un numero decisamente inferiore di voti rispetto a quelli ottenuti dai rivali se sommati.

Nel 1860, Lincoln – il primo repubblicano ad arrivare allo scranno presidenziale – conquista infatti poco meno del quaranta per cento dei suffragi e in totale viene superato di circa trecentosessantamila voti popolari dai due democratici (John Breckinridge e Stephen Douglas) tra loro oltre che con lui in battaglia. Nel 2012, è l’addio al partito repubblicano – che ripropone l’uscente William Taft – dell’ex presidente Theodore Roosevelt a fare in modo che il democratico Woodrow Wilson vinca comunque non raggiungendo in percentuale il quarantadue per cento e collezionando nel complesso all’incirca un milione e trecentomila voti in meno.

Orbene, se in America fosse stata in funzione la ‘Ley de lemas’ – semplicemente ‘Lema’ – Lincoln e Wilson sarebbero ricordati in poche righe tra gli sconfitti nei libri di storia. Teorizzato da Jules Borély (‘Nouveau Système Electoral: Representation proportionelle de la majorité et des minorités’, Parigi, 1870) e appunto denominato ‘Lema’ nel Novecento nei Paesi dell’America Latina che lo adottarono (Argentina, Uruguay in particolare e Honduras), il sistema elettorale in questione avrebbe risolto le situazioni precedentemente illustrate con la vittoria di Stephen Douglas nel 1860 e Theodore Roosevelt nel 1912.

Prevedeva nell’ambito delle elezioni presidenziali difatti la ‘Ley de Lemas’:
– che ogni partito potesse presentare più candidati
– che si verificasse quale schieramento avesse avuto più voti sommando quelli dei singoli
– che la carica andasse al candidato del movimento politico così vincente che avesse prevalso quanto a preferenze.

Per la necessaria completezza dell’informazione, non altrettanto si può dire nei casi altri americani nei quali, pur essendosi verificata una scissione, il partito che la subì vinse comunque l’elezione: in specie, nel 1948 quando i democratici prevalsero con Harry Truman benché J. Strom Thurmond fosse uscito a destra.

di Mauro della Porta Raffo
Presidente onorario della Fondazione Italia USA

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