Elezioni Usa: riecco la balla del voto popolare

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Continuano gli ignoranti (o si tratta di faziosi?) a ripetere a sostegno della mai ufficialmente certificata vittoria di Joe Biden (che probabilmente verrà) l’argomento del voto popolare nazionale a lui largamente favorevole. “Sei milioni di voti in più!”, si sente ripetere ad ogni piè sospinto da questi ‘esperti’ (Frank Lloyd Wright giustamente scrisse che “l’esperto è una persona che ha smesso di ragionare”).

Che noia doverlo rammentare in continuazione (per di più consci del fatto che le cose non cambieranno), ma la Costituzione Americana da subito, successivamente gli Emendamenti, ancora le Leggi Federali e quelle locali hanno affermato e affermano che il voto popolare conta Stato per Stato e mai (mai!) a livello nazionale. Il Paese è una Repubblica Federale e il sistema elettorale scelto è conseguentemente inteso a difendere e valorizzare gli Stati e non la Nazione. Non per nulla le cosiddette Presidenziali non sono assolutamente tali visto che nella circostanza ciascuno Stato sceglie i propri Grandi Elettori che poi, riuniti formalmente nel Collegio che li ricomprende, nominano il Presidente, peraltro dipoi tale atto essendo obbligatoriamente soggetto a ratifica da parte del nuovo Congresso agli inizi del seguente anno.

Il popolo dei votanti nazionali tanto invocato non ha assolutamente voce in capitolo come dimostrano le non poche occasioni (1876, 1888, 2000 e 2016) nelle quali il risultato al Collegio ha visto del tutto costituzionalmente prevalere il cosiddetto “battuto”.

Che infine i singoli (singoli!) membri degli Usa contino a questa specifica maniera (ovviamente, non solo) in modo definitivo è dimostrato dalla disposizione (applicata nel 1824, ma ne hanno contezza?) che prevede che se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori la competenza passi alla Camera dei Rappresentanti neo eletta (lo stesso giorno novembrino) che si esprimerà “per Delegazioni statali”, non avendo qui più peso alcuno il numero degli abitanti, quello conseguente degli spettanti Congressisti e soprattutto quello dei Grandi Elettori, a questo punto usciti di scena.

In tale contingenza, il voto dello Stato più popoloso eccetera (oggi la California) e, per dire (ma non solo, altri trovandosi al momento nella stessa situazione) dell’al confronto quasi deserto Wyoming valgono entrambi uno (uno!). E adesso, a minuti e a ripetizione, aspettiamo il prossimo grido “fantozziano”: “Biden ha preso sei milioni di voti in piu!”. Il livello è questo!

Mauro della Porta Raffo, 22 novembre 2020

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