Elly, ci sei? Il socialista Starmer studia l’Italia per fermare gli immigrati

Il premier britannico sbarca a Roma: al centro l’accordo con l’Albania. E Scholz ripristina i controlli alle frontiere

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Starmer migranti (1)

Occhio, perché tra un po’ Elly Schlein in Europa non saprà più con chi allearsi. Fatta eccezione per l’Italia, dove siamo in grado di mandare alla sbarra un ministro colpevole di non farsi dettare l’agenda migratoria dalle Ong, da Berlino a Londra i governi socialisti stanno scopiazzando le ricette delle vituperate “destre” in tema di immigrazione. Non lo scriveranno a caratteri cubitali su Repubblica, la Stampa e il Corriere ma Starmer in Uk e Scholz in Germania si stanno mostrando tutt’altro che solidali in stile Luca Casarini.

Spieghiamo brevemente. Keir Starmer è da poco tempo a Downing Street eppure sul dossier migranti non sembra volersi discostare molto dal collega dei Tories che l’ha preceduto, quel Rishi Sunak che decise di “deportare” gli stranieri in Ruanda per impedire loro di vivere in Gran Bretagna. Misura criticata aspramente dalla sinistra, soprattutto quella italiana, la quale non poteva mica aspettarsi che il leader che ha riportato i laburisti al governo del Regno di Sua Maestà potesse arrivare ad imitare la loro odiata Giorgia Meloni e l’orripilante (dicono loro) accordo con l’Albania di Edi Rama (pure lui, guarda il caso, socialista). “Qui ci sono state delle riduzioni di arrivi di migranti irregolari piuttosto drastiche – ha ammesso Starmer – Quindi voglio capire come sia accaduto”. Insomma: vuole studiare il modello italiano per affrontare “le bande di trafficanti che commerciano oltre frontiera le vite di uomini, donne e bambini”.

Parlando con la stampa prima del bilaterale a Roma con la premier, il capo del governo britannico ha spiegato che l’obiettivo odierno è apprendere l’approccio italico all’immigrazione irregolare, in particolare focalizzandosi sul “lavoro a monte” per ridurre le partenze. Tradotto: accordi con la Tunisia e la Libia, ma anche il piano albanese. Arrivato a Downing Street, infatti, Starmer ha sì cancellato gli accordi con il Ruanda, ma solo perché li riteneva poco efficaci e troppo costosi. Adesso l’idea è quella di copiare il Belpaese, a cui aggiunge la creazione di un “comando d’élite per la sicurezza delle frontiere” guidato da Martin Hewitt, anche lui a Roma insieme al premier. I due hanno fatto tappa anche al Centro di coordinamento nazionale per l’immigrazione istituito al Dipartimento per la pubblica sicurezza a Roma. “È stata l’occasione – ha commentato il ministro Piantedosi – per far conoscere il nostro sistema di coordinamento dei controlli delle frontiere. È una grande soddisfazione l’interesse che ha mostrato il primo ministro britannico per il modello italiano e per tutte le iniziative che abbiamo sviluppato nei confronti dei Paesi di origine e di transito dei migranti”.

Da Londra a Berlino, stesso colore di governo (rosso), stessa svolta a U sull’accoglienza. Come annunciato da Olaf Scholz, la Germania ha ristabilito per sei mesi – prorogabili – i controlli alle frontiere in funzione anti-immigrazione clandestina, sospendendo di fatto la libera circolazione di Schengen. È permesso dalle regole europee e lo aveva fatto la Francia di Emmanuel Macron. La ministra dell’Interno, Nancy Faeser, ieri ha dichiarato che l’obiettivo della decisione è “di combattere l’immigrazione illegale” e di “fermare i criminali e identificare e fermare gli estremisti islamici in anticipo”. La Germania è rimasta ovviamente scottata dall’attentato di Solingen, messo a punto da un immigrato irregolare che sarebbe dovuto essere espulso come “dublinante” verso il Paese di primo ingresso. Ora, ai posti di frontiera, la polizia federale potrà effettuare controlli a caso. E tanti saluti all’accoglienza in stile Merkel. Capito, Elly?

di Franco Lodige, 16 settembre 2024

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