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Elly Schlein ha perso, ma ecco a chi dà la colpa

Il Pd prende una batosta alle elezioni comunali. Il centrodestra dilaga e Elly fa mea culpa. Però…

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Cappotto. Non c’è stata quasi partita. Il centrodestra ha vinto ovunque, tranne che a Vicenza. E ha conquistato piazze storicamente rosse, e apparentemente inespugnabili, come Pisa e Siena. Tanto che Giorgia Meloni ha potuto commentare che ormai non esistono più “roccaforti”. Quell’ “effetto Schlein” su cui avevano costruito la loro retorica nei giorni passati tutti i media progressisti, si è mostrato inesistente o già sparito. Sicuramente non un’ideale performativo.

La realtà continua ad essere un’altra rispetto a quella raccontata o immaginata. Titoli come quello di Repubblica di alcuni giorni fa – “L’onda di destra si è fermata”- si sono dimostrati delle clamorose fake news. La neosegretaria del Pd non ha potuto fare altro che abbozzare e ammettere la sconfitta, addossando però la responsabilità di quanto accaduto non solo al Pd ma anche alle altre forze di sinistra che hanno dimostrato di non saper fare squadra e di non saper costruire un’alternativa credibile al centrodestra.

Una chiamata in correità che ha preluso alla riproposta da parte di Schlein dell’idea , già fallimentare con Enrico Letta, di un “campo largo” che possa fare massa e sconfiggere gli avversari. Fluida nelle idee oltre che nella vita, la Schlein, con un doppio salto mortale, ha perciò sconfessato la politica del Pd da lei stessa proposta in queste settimane ed ha deciso di ritornare al punto di partenza. Non si é però resa di conto, piena di sé e aurorefenziale come solo può essere un leader di sinistra, di essere lei stessa parte del problema. Agli italiani non interessano infatti le battaglie identitarie e fuori tempo massimo di un gruppo di borghesotti radical chic che giocano a fare i trasgressivi ma che sono parte centrale del potere in corso. Ciò che sta a cuore al nostro popolo sono i problemi concreti, anche e soprattutto di ordine economico, che incidono sulla quotidianità dei suoi membri. Ma tutto questo agli italiani Eddy non glielo può dare.

Quella di destra non è l’onda lunga che continua, come pure ha detto la neosegretaria, ma la fine nel nulla, nell’assoluto vuoto, di quell’insieme di luoghi comuni che costituiscono oggi l’immaginario progressista degli intellò. La destra vincerà sempre e ancora fin quando a sinistra non ci risontinizzerà sulla realtà. Non il gender, il clima e tutti gli altri arnesi dell’armamentario progressista ma i problemi concreti sono ciò che interessa quelle masse che un tempo si intendeva di rappresentare.

Corrado Ocone, 30 maggio 2023