Due sono i verdetti che le ultime presidenziali americane ci hanno restituito. Primo, il più scontato: il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump dopo quattro anni di assenza. Secondo, meno scontato, ma comunque anch’esso alquanto evidente: l’avvento sulla scena politica globale dell’imprenditrore numero uno al mondo, il geniale fondatore di Tesla Elon Musk. Dopo il trionfo elettorale di The Donald dello scorso novembre, il peso politico del proprietario di X si è di gran lunga dilatato, talmente tanto da fare di Musk il nuovo punto di riferimento dei partiti conservatori del mondo occidentale.
Per meglio comprendere quale sia oggi reale peso specifico del patron di Tesla anche sul piano squisitamente politico, basti guardare ai recenti sviluppi che hanno letteralmente scompaginato gli equilibri politici del Regno Unito. Dopo aver pesantemente criticato nelle scorse settimane l’operato del premier laburista Keir Starmer, esortartandolo più volte a dimettersi e a fissare nuove elezioni, l’incursione di Musk sulla scena politica britannica finisce ora per stravolgere anche i piani dei conservatori. Nelle ultime ore, infatti, Elon Musk ha esplicitamente chiesto il rilascio dell’attivista di destra Tommy Robinson, scatenando immediatamente l’indignazione di buona parte dei parlamentari britannici di centrosinistra e liberali. Ma non solo. Perché anche diversi esponenti di spicco della destra britannica hanno contattato lo staff di Donald Trump per chiedere al presidente eletto di non appoggiare la causa di Robinson.
L’attivista anti-immigrazione, il cui vero nome è Stephen Yaxley-Lennon, è attualmente recluso in carcere, dove sta scontato una condanna per oltraggio alla corte per aver ripetuto false affermazioni su un rifugiato siriano che lo aveva citato in giudizio con successo. In precedenza, l’attivista britannico aveva inoltre riportato diverse condanne per altri reati, ragion per cui il leader del partito di opposizione e amico personale di Trump, Nigel Farage, vorrebbe evitare che il suo nome possa essere accostato a quello di Robinson, evidentemente considerato scomodo anche a destra. Al fine di scongiurare tale rischio, la destra britannica ha quindi intrapreso dei colloqui serrati con i repubblicani americani, finalizzati a sensibilizzare The Donald a non assecondare le istanze pro-Robinson recentemente perorate da Musk, ed evitare così che la battaglia in favore dell’attivista possa in qualche sporcare l’immagine dei partiti di opposizione.
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Comunque sia, a prescindere da quella che sarà la decisione di Donald Trump in merito alla vicenda Robinson, una cosa è certa: il blitz del patron di X ha letteralmente fatto impazzire i leader dei principali partiti britannici, trasversalmente, da sinistra a destra, a dimostrazione di quanto ingombrante sia ormai diventata l’aura di Elon Musk nel nuovo scenario politico internazionale.
Salvatore Di Bartolo, 3 gennaio 2025
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