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Elon Musk da sballo: rifila uno sdeng alla radical chic Cortez

La deputata radical dem di Ocasio Cortez critica il neo-boss di Twitter: “Vuole libertà di parola a pagamento”. E Elon replica: “Ok, ma ora paga”

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Oh Casio: ancora tu, ma non dovevamo sentirti più? Oh no, not you again. Yes Indeed, yes she can. Ocasio può. Alexandra con la X Ocasio – trattino – Cortez, la milionaria americana a sinistra del partito comunista cinese, è un capolavoro di donna che, spiega bene Federico Rampini nell’ultimo America, viaggio alla riscoperta di un paese, crea imbarazzi alla sinistra Dem, abbreviativo di demente: un modo elegante per dire che la facoltosa ragazza non capisce una mazza.

Del resto, se capiva non faceva la militante paracomunista paragura collezionista di padellate. Il suo profilo Twitter è quel che si definisce visionario, cioè un centro commerciale di cazzate fuori dal mondo per tutti i gusti: da ottima tuttologa, Alexandra con la tripla XXX le spara grosse sullo scibile umano e brilla come nientologa, provoca, batte i piedini, fa gnegnegne per ogni bazzecola e pinzillacchera. Finché si fa male.

L’ultimo sdeng l’ha ricevuto da Elon Musk, il pazzo delle navicelle spaziali che s’è appena accattato il social dell’uccelletto: potendo, 44 miliardi non sono troppi per poter cacciare a calci nel culo i fascisti, quelli veri, che negli ultimi 10 anni hanno diretto il traffico lì dentro in base alle proprie fobie personali da stronzi millenials etnici gender woke cancel, ma pure obbedendo fedelmente ai desiderata della Fbi, dei centri di potere mediatico-politico, dell’Obamismo, della più fetente ipocrisia Dem, si legga lo strepitoso Max Balestra su Atlantico.

Alexandra, che dice? Una cinguettata delle sue, una ocasiata: “LMAO a un miliardario che cerca di far su la gente vendendole l’idea che la libera espressione sta in realtà in un piano di sottoscrizione da 8 dollari”. L’acronimo LMAO, senza farla tanto lunga, è una tipica formula da riccaminkia esotika e sta per “pisciarsi sotto dal ridere”; danarosa ma pur sempre comunista, ragazza very popular, lontana, così vicina alla schiettezza proletaria (invece è un insopportabile birignao da fancazzista redditiera). Al che il Musk, prontissimo: “Brava, però adesso sgancia gli 8 dollari”. Che non è solo un colossale sdeng, è anzitutto una risposta assai più saggia e penetrante di quanto potrebbe apparire, come puntualmente non colto da qualche ocasietta alla vaccinata qui da noi.

AOC, acronimo che sta per Alexandra eccetera, ma anche, volendo, per anvedi oh (le) cazzate, ce l’ha con l’annunciata trovatina del nuovo padrone del social uccellesco, fin qui utilizzato, come si diceva, per brutali questioni di controllo e propaganda ma dalla redditività inconsistente: no, dice Elon, siamo qui per fare soldi, oltre che per esprimerci senza tanti filtri, chi vuole fare il famoso qui dentro, con la spunta azzurra da vip, beh che si paghi il suo abbonamento mensile da 8 pippi. Se si vuol restare umani qualunque, invece, nulla è dovuto. 92 minuti di applausi per il diversamente sano di mente Musk, che si prende gioco dei presuntuosi, i vanesi, le Alexandre e insieme gli spilla una miseria, la cui infima misura allude molto al presunto valore di questi, e già siamo a picchi di cattiveria sublimi.

Chi ocasio ti credi di essere, Alexandra? Vuoi fare la donna del popolo? Abbassa la cresta, vuoi fare la svippata che il popolo lo piglia per scemo? E mo’ paghi, come diceva Gennaro Gargiulo, il barista che se sbagli la comanda ti fa il… Ma dove er Boss der Twitter conferma la sua folle lucidità, è proprio in quel trattare a pesci (o uccellini) in faccia la esagitata Alexxdandra: ok, adesso paga (e levati dalle palle, il senso è quello), cioè non conti niente, fai ridere, non ti posso prendere sul serio, e sgomma, che aspetti. Una padellata più rimbombante non si poteva mollare, ed è una padellata molto, molto intelligente, perché chiude il discorso e riduce una narcisetta sciocca e di fatto irrilevante alla sua esatta consistenza.

Elon Musk le ha risposto, sì, ma solo in quanto simbolo, sulla base del censo, ti dò un attimo del mio tempo perché sei ricca sfondata e lo sai, però non credere neanche un istante di competere con me e la padellata è per tutti quelli come te, vippastri, attori, rapper, commentatori, privilegiati, supercialtroni ai quali io posso dire, come il Don Bastiano del Marchese del Grillo. Vi credete i padroni della terra, ma davanti a me non siete un cazzo. Spadellare una per educarne cento. Allo stesso tempo, il chief in command di Twitter ribadisce due cose: tutti hanno diritto di parlare sul suo social (perfino una AOC); nella totalità di chi ha diritto ci sta davvero chiunque, quindi cari stronzi de sinistra abituatevi a venire spadellati da chicchessia. Il vostro fascismo virtuoso è finito, i primi amministratori della censura hanno già lasciato l’edificio, come Elvis, a bordo dei loro scatoloni, e i tre quarti della feccia li stanno già preparando. Speriamo che la disinfestazione arrivi fin qui, tra giornalisti falliti ridefiniti debunker e radioputtane di supporto.

Alexandra, come quelli della sua razza, pretende la distinzione twittarola ad ogni costo ma a nessun prezzo; le istruzioni per l’uso di Musk però sono inestimabili, e fanno esplodere i raffinati fegati dei privilegiati che, annoiandosi molto, si ritirano nelle pozzanghere social. Solo che d’ora in poi in quelle pozzanghere rischiano di affogare.

Max Del Papa, 4 novembre 2022