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Emergenza infinita, vogliono il bollettino dei morti climatici

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Era gran tempo che aspettavamo. C’era la tesi, il Covid; l’antitesi, il Clima; mancava la sintesi hegeliana: eccola, nella persona del professor Riccardo Valentini, docente di Ecologia forestale, “scienziato autore dei precedenti rapporti Ipcc”. Lo riassume Repubblica, testata ecologica, informandoci che l’esperto è un Premio Nobel 2007, di gruppo ma pur sempre Nobel: per la Pace per gli sforzi contro il surriscaldamento. Gli sforzi. Viene in mente Greta, concentratissima, mentre piglia foco, sai, a volte, la dieta vegana.

Valentini è sconsolato per l’inerzia di questi ultimi trent’anni, detta anche “il bla bla bla”, chissà a noi che parevano i fantastiliardi bruciati in miraboliche transizioni verdi. Niente, niente, niente, siamo al punto di partenza e «Forse solo un bollettino dei morti quotidiani per clima, come è stato per il Covid, ci spronerà a passare all’azione». Quale allegria. Il bollettino dei caduti giornalieri, l’acta diurna dei decessi climatizzati. Teribbile, teribbile: immaginiamoci i tg, oggi i contagiati di anidride carbonica sono settantacinquemila, con 428 morti. Poi, chiaro, da lì a fondare un bel lockdown ecologico è un attimo. Con le zone bianca, bianca sporca, fuliggine, smog città del Messico, smog Pechino. Naturalmente non potrà mancare il tampone a guisa di aspiratore tascabile, ci aliti e se il respiro non è altissimo, levissimo, purissimo come a ottomila metri, scatta il blocco. Allora ci vorrà il lasciarespirare, da rinnovare ogni tre giorni dopo una pera regolamentare di ossigeno liquido. Mascherine d’amianto, che in qualche caso, per esempio in metropolitana, andrebbero prescritte a vita, eccetera, eccetera, eccetera. Stato di emergenza fino al 2030, poi basta perché spariamo tutti.

Praticamente i notiziari saranno a doppia Spoon River, prima parte il virus, seconda parte l’inquinamento, e vai con Dio. L’agenda di Valentini è un distillato di politicamente ecocorretto: non c’è più tempo, siamo in emergenza, indietro non si torna, siamo già a +1,5 gradi, fra poco saranno 2, a 3 evaporano Amazzonia e Groenlandia, a 5 l’umanità. Se non ci pensa prima Putin. E allora, daje con l’allarme rosso, bollettini quotidiani, riconversione totale globale, il suicidio dell’uso di energia mortifera, «è indubbio che così [con la guerra] continuerà l’uso di gas e fonti fossili. Dobbiamo partire da questa tragedia per renderci conto di quanto sia fondamentale l’autonomia energetica che passa attraverso le rinnovabili e dare così una speranza al Pianeta». Ecco, ripartiamo dalla traggedia. Mancherebbe solo il pnrr ecoambientalistagreen, e invece eccolo, Valentini auspica “una sorta di pnrr globale, investire per resistere”, ammonisce. Ma i soldi andove stanno? E poi che resistiamo a fare se ormai finiamo o decimati dalla peste o dalla CO2?

Magari avrà pure ragione lui, coi suoi modelli matematici e le cassandrate modello Greta GP, certo che pare di leggere il manuale delle giovani marmitte, catalitiche ed europeiste, supergreen e progressiste, praticamente un aerosol. Allora il cronista malfidato che ti fa? Va sul profilo facebook del professore, e trova che si era candidato alle ultime elezioni con la lista Roma Futura in sostegno al Pd sindaco Gualtieri. Eccaallà.

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