Oh, trovarne uno, ma uno di luminari non affaccendati con la politica, poi a che serve se tanto domani saremo tutti vaporizzati, va un po’ a capì. Valentini lo scorso 1° ottobre, in piena campagna elettorale, pontificava: “La città di Roma può contribuire a ridurre gli sprechi e le emissioni di gas serra adottando una virtuosa Food Policy, creando una rete tra produttori agricoli e consumatori urbani”.
Tutto molto bello, senonché a Roma a proposito di urgenze ce stavano, e ce restano, li cinghiali, e la monnezza che arriva al terzo piano da anni, e le municipalizzate che sarebbero da bonificare quelle, anzitutto. Ma sarebbe troppo facile, qui c’è da cambiare il mondo, mica solo Roma. E allora più Europa, più Pnrr, più istituzioni, più enti, più svolte green, più pannelli, più mulini a vento, e soprattutto più soldi, chè son cosette un po’ dispendiose. Insomma più stato, più controllo, più dirigismo. O no? Ma lo esige “l’autonomia energetica che passa attraverso le rinnovabili e dare così una speranza al Pianeta”, anche perché “la politica continua a trattare il tema come un romanzo e non con azioni immediate”. Come osate? Greta non avrebbe potuto dirlo meglio.
Alle corte: scoppia una guerra (anche) perché una sciagurata cancelliera ha vincolato la Germania a devastanti scelte ambientaliste che, oltre a non servire, hanno consegnato l’Europa in mano al tiranno padrone del gas; col riarmo torna l’esigenza di combustibili fossili, una reazione a catena, mentre già si annunciano razionamenti energetici; e la soluzione qual è? Il bla bla bla contro il bla bla bla, la food policy, il bollettino dei morti di clima, le rinnovabili, bando al carbone e al gas. Sì, vallo a dire a Putin e a Xi. Ma è tutto stupendo, siete tutti stupendi.
Max Del Papa, 1° marzo 2022