Emilia-Romagna e Umbria al voto: perchè è la sinistra a rischiare di più

Nuova tornata di regionali: se De Pascale sembra destinato alla vittoria, si profila un testa a testa Tesei-Proietti

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Dopo la Liguria, vinta dal centrodestra con Marco Bucci, doppio appuntamento elettorale con le regionali: urne aperte dalle 7.00 alle 23.00 di oggi e dalle 7.00 alle 15.00 di domani in Emilia-Romagna e in Umbria per il rinnovo del presidente e del consiglio regionale. Due sfide molto diverse tra di loro e di assoluto rilievo sia per il centrodestra che per il centrosinistra. Sia chiaro, difficilmente verrà stravolto l’assetto nazionale, a meno di clamorose sorprese in Emilia-Romagna, ma c’è una certezza: tra i principali leader in campo, chi rischia di più è Elly Schlein.

In Emilia-Romagna la sfida appare decisa: il democratico Michele De Pascale è dato per favoritissimo dagli ultimi sondaggi sulla rivale di centrodestra Elena Ugolini. Una regione storicamente rossa che non cambierà colore nemmeno dopo l’ennesimo disastro legato alle alluvioni? Probabile, ma anche in caso di vittoria ci saranno dei numeri da guardare, a partire dall’affluenza: il numero di cittadini che si recherà alle urne rappresenterà il termometro per De Pascale.

Discorso diverso in Umbria, dove la partita appare decisamente più aperta. Il centrodestra ha puntato sulla governatrice leghista uscente Donatella Tesei, alle prese con il sindaco di Assisi Stefania Proietti. Già cinque anni fa la sfida fu apertissima: la Tesei vinse con l’1,3 per cento di vantaggio sul rivale di centrosinistra. Le speranze a sinistra sono legate alla tenuta del campo largo, questa volta al gran completo: nessun veto da parte del M5s, Italia Viva presente a sostegno di Proietti con candidati nelle liste civiche e senza mettere il simbolo del partito. Che brutta fine per Matteo Renzi, non ci sono dubbi.

Insomma, c’è tanto di cui parlare a seconda del risultato che verrà alla luce. Sicuramente la sinistra non potrà coronare il sogno di un tre a zero, considerando che già la Liguria è andata al centrodestra. Come evidenziato in apertura a rischiare di più tra i leader è certamente la Schlein: in Emilia-Romagna tutto ciò che non è una vittoria netta con affluenza significativa può essere considerato un flop. La situazione si complicherebbe ulteriormente con una sconfitta in Umbria: dal cappotto a una sconfitta per due a uno, un incubo per chi sperava di invertire il trend.

Parliamo della Schlein ma a sinistra rischia tanto anche Giuseppe Conte. Per molti responsabile della sconfitta in Liguria, l’autoproclamato avvocato del popolo ha preso in mano il M5s e cacciato Beppe Grillo, ma ora i pentastellati aspettano risposte. Il risultato ligure è stato semplicemente disastroso – voti dimezzati – e si profila un’altra Caporetto tra Umbria ed Emilia-Romagna, dove il Movimento non ha mai avuto un radicamento concreto e dove il Pd raccoglie ampi consensi da sempre. Un ulteriore flop potrebbe spingere Giuseppi ad archiviare la stagione delle accozzaglie? Possibile, ma il M5s rischierebbe di scomparire.

Il centrodestra può contare su un ottimo consenso dopo due anni di governo e un doppio ko non rappresenterebbe un incubo dopo la vittoria in Liguria. Certo, se l’Emilia-Romagna è considerata un’utopia, l’Umbria è contendibile, soprattutto dopo cinque anni di governo. A giocarsi qualcosa in più è la Lega, partito della Tesei, che già dovrà testare ulteriormente i rapporti di forza all’interno della coalizione, soprattutto in relazione a Forza Italia. Giorgia Meloni s’è detta fiduciosa: “Ci serve ancora una volta una mano da parte vostra, e chissà che l’Umbria non sia la 12esima vittoria su 13 da quando il governo ha iniziato il suo lavoro. Però i rossi hanno vinto negli Usa, quindi lì gli è andata bene. Ah no, neanche lì”. Un due a uno finale in questa tornata elettorale rappresenterebbe il risultato dei sogni, soprattutto in relazione alle aspettative dei compagni. Appuntamento allo spoglio dei voti…

Franco Lodige, 16 novembre 2024

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