Bruxelles taglia le previsioni di crescita e la Banca Centrale Europea si prepara ad un nuovo rialzo dei tassi di interesse. È questo l’incubo che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi mesi, soprattutto in vista della prossima legge di bilancio. A confermare un andamento negativo dei Paesi membri Ue è stato il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, il quale ha già annunciato che – in riferimento all’inflazione ed alla crescita, senza prendere in considerazione debito e deficit – il Pil Ue sarà revisionato al ribasso (attualmente le stime erano all’1 per cento) e pure per l’Eurozona (che sarà ben al di sotto dell’1,1 per cento pronosticato quattro mesi fa).
Aumento dei tassi di interesse?
Da qui, sorge il grave dubbio che la Bce possa iniziare ad alzare i tassi di interesse per la decima volta consecutiva. A riportarlo è stato anche il Financial Times, che però sottolinea l’andamento contrario che verrebbe intrapreso negli Stati Uniti, dove la Fed (ad oggi) non sembra essere intenzionata ad un nuovo innalzamento.
Le conseguenze di questa politica economica comunitaria, però, cominciano a farsi sentire sui conti corrente delle famiglie italiane. In meno di un anno infatti (da dicembre ’22 a luglio ’23), la somma presente sui conti corrente è passata da 1174,3 miliardi a 1124,8 miliardi. Un buco di cinquanta miliardi, non più disponibili perché investiti in obbligazioni (+17,5 per cento raccolta annua) o perché sono stati utilizzati per difendere il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, a doppia cifra a fine 2022.
Le tasche delle famiglie italiane
I dati sono rivelati dal report Banche e moneta: serie nazionali della Banca d’Italia, in riferimento al mese di luglio. Nello specifico, “in luglio i prestiti al settore privato sono diminuiti del 2,3 per cento sui dodici mesi (-1,7 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,3 per cento sui dodici mesi (erano cresciuti dello 0,2 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,0 per cento (-3,2 nel mese precedente)”.
Per approfondire:
- Zuppa Economica – Tutto su inflazione, tassi interesse e crollo dei mercati
- Inflazione, tassi d’interesse, crisi energetica: è arrivato l’inverno economico
- In Italia sale l’inflazione ed i tassi di interesse: attenti al debito pubblico
E ancora: “I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 4,58 per cento (4,65 in giugno); la quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 27 per cento (41 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,09 per cento (5,04 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,50 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,85 per cento”.
Il tutto ha portato le famiglie italiane ad investire i propri risparmi, creando in sostanza una discesa di 53 miliardi per quanto riguarda i depositi delle famiglie, nonché di 43,8 miliardi per i depositi delle imprese. Nel complesso, in un anno, sono spariti complessivamente circa 100 miliardi di euro. L’intervento sul potenziale innalzamento degli interessi potrebbe già arrivare giovedì, quando il consiglio della Bce si riunirà per prendere la decisione definitiva.