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Energia, 7 mosse per creare un’emergenza

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

1. Informazione. In primo luogo, è imperativo che la massa sia dis-informata su come funzionano i complessi sistemi energetici per cui bisogna martellare slogan semplici al posto di analisi e fatti. Fondamentale diventa la propaganda. Energia “verde” buona, combustibili fossili cattivi. Più pannelli solari e pale eoliche, niente rigassificatori e gasdotti.

2. La paura. Abbiamo visto col virus che funziona benissimo. Il messaggio è che il mondo stia per finire per il riscaldamento globale, ora diventato “cambiamento climatico”, di cui unico responsabile è l’uomo cattivo. Diffondere la paura del clima, della fine del mondo, è come diffondere la paura del virus. Sarà molto facile far digerire tutto, come con la pandemia. Una volta che la massa ha paura di morire puoi imporre tante cose.

3. Il nucleare. È troppo pulito e troppo efficiente e va bloccato per primo. Bisogna sempre parlare delle scorie, dei rischi con i terremoti, di Fukushima. La cosa più importante è demolire chi oggi afferma che ci sono stati progressi e che il nucleare è sicuro.

4. Per creare una vera crisi energetica abbiamo bisogno che le banche smettano di finanziare le società di combustibili fossili. ESG! (cioè politiche eco sostenibili). Coinvolgi gli attivisti “verdi” nel consiglio di amministrazione di Exxon o Shell. Blackrock non investe i suoi fondi nel petrolio e gas, solo le società con il rating “ESG” sono investibili in Occidente, in Cina però Blackrock compra titoli di società del carbone. Niente più soldi per petrolio carbone e gas.

5. Tutti i soldi devono andare solo alle auto elettriche, al solare, all’eolico, alle biomasse e al geotermico. Sole e vento sono fonti intermittenti e in più hanno bisogno di questa enorme infrastruttura che va poi calibrata perché gas e petrolio o carbone le sostituiscano quando non tira vento e c’è il sole. L’energia prodotta con sole e vento non può essere immagazzinata come quella del petrolio e gas, richiede una rete complessa per redistribuirla continuamente che è costosa e delicata da gestire. Le auto elettriche ovviamente richiedono anche loro una complessa rete e infrastruttura. Bisogna estirpare dalla massa tutti questi dubbi, con l’aiuto di qualche premio Nobel. Uno sul mercato c’è.

6. Così però finiamo per dipendere da Russia e Opec per carbone, petrolio e gas e dalla Cina per il solare e le batterie elettriche. Non è sufficiente fermare la produzione nazionale di carbone, petrolio, gas e nucleare, bisogna anche che ci procuriamo le nostre risorse più critiche, sia energetiche che di minerali da altri paesi che consideriamo ostili.

7. Ora è tutto pronto per la botta finale. Non possiamo produrre petrolio e gas in Europa, abbiamo, spento i nostri reattori nucleari, abbiamo reso la nostra rete inaffidabile e fragile e siamo diventati dipendenti da paesi ostili. Adesso è venuto il momento in cui tutto questo lavoro può dare i suoi frutti. i imponiamo da soli le sanzioni! La Russia ci vendeva il gas al costo più basso al mondo, ma noi le sequestriamo tutti i dollari ed euro in banca che ricava e dichiariamo che in un anno faremo a meno del suo carbone, petrolio, diesel e gas. Voilà! L’emergenza energetica è costruita. Ora possiamo finalmente passare dal lockdown sanitario a quello energetico. Anzi, per l’autunno la cosa migliore sarebbe avere tutte e due insieme…

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