Suona un campanello d’allarme. Anzi ne suonano due. Mentre a Milano e nelle grandi città alcuni quartieri si sono ritrovati in blackout a causa dell’eccessivo utilizzo di condizionatori per affrontare l’afa, sul fronte energetico la partita con la Russia di Putin si sta mettendo male. A certificarlo non è solo il prezzo del gas, che ieri veniva quotato 127 dollari a megawattora quando un anno fa costava appena 19. Ma ad allarmare sono le dichiarazioni delle istituzioni europee.
Per Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea, l’Ue sta affrontando una situazione molto complicata per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas. Almeno “dodici Paesi membri sono stati colpiti dal taglio unilaterale delle forniture di gas” da parte di Mosca. E dieci di questi hanno “diramato un avvertimento iniziale ai sensi delle regole sulla sicurezza dell’approvvigionamento”. Tra gli Stati colpiti c’è anche l’Italia. La Russia ha chiuso del 50% i rubinetti dei metanodotti diretti ad Eni: Descalzi si dice convinto che il taglio si sia “stabilizzato”, ma certo la strada che porta al riempimento delle scorte al 90% entro ottobre è ancora lunga. Per ora siamo fermi a circa il 55% e non è chiaro cosa deciderà di fare nel prossimo futuro il Cremlino.
L’obiettivo sarebbe quello di assicurarsi un inverno in cui utilizzare le scorte per poi arrivare all’inverno 2024 con le forniture maggiormente diversificate: l’Italia ha già stilato accordi con diversi Paesi africani, Snam sta predisponendo due nuove navi per rigassificare il GNL, ma ci vuole del tempo. E di sicuro non possiamo riuscirci per l’inverno 2023. Il timore? Che Putin ci faccia passare i prossimi mesi rigidi con l’obbligo di razionamento, magari applicando quel piano di emergenza che il governo sta predisponendo. “Il rischio di una totale interruzione delle forniture di gas è oggi più reale che mai”, ha avvertito Timmermans, nel suo intervento al Parlamento europeo a Bruxelles.
Che poi si tratta dello stesso allarme espresso ieri dal numero uno dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Per Faith Birol l’Europa deve prepararsi “immediatamente” allo stop totale dell’export di gas da parte della Russia non appena arriverà l’inverno. “L’Europa dovrebbe farsi trovare pronta nel caso in cui il gas russo venga interrotto completamente”, ha detto. “Più ci si avvicina all’inverno e più capiamo le intenzioni della Russia: credo che i tagli siano orientati ad evitare che l’Europa riempia i depositi e ad aumentare la leva russa nei mesi invernali”. Non è un caso se Germania e Belgio, in barba alla “transizione energetica”, hanno già deciso di riaprire le centrali a carbone. Oggi Berlino ha alzato a 2 l’allerta energetica. “Il gas è ora una merce rara in Germania“, ha detto il ministro dell’Economia Robert Habeck. La terza e ultima fase significherebbe razionamento nella più grande economia industriale dell’Ue.