L’unica differenza tra il 2020 e il 2021 non è la Covid (o il lockdown) che c’erano sia l’anno scorso che quest’anno, ma la somministrazione di questi vaccini.
I morti in più giovani e adulti (sotto i 64 anni) rilevati dall’Osservatorio Europeo confermano quello che si può leggere nelle cronache locali: giovani e adulti e sani muoiono quest’anno a livelli record. E confermano il timore che hanno milioni di persone ovunque nel mondo rispetto a questi vaccini preparati in meno di dieci mesi quando tutti gli altri vaccini sono sempre testati per almeno cinque anni.
Ogni giorno sui giornali leggiamo dei ricoverati in terapia intensiva “no vax”. Vedi ieri il Corriere che parla di 24 ricoverati sotto i 40 anni e 165 ricoverati sotto i 60 anni in un mese non vaccinati.
Ma in questa fascia di età, come abbiamo visto i dati dell’Osservatorio Europeo (purtroppo l’Istat non fornisce lo stesso tipo di dati aggiornati), vengono indicati 20mila morti (per tutte le cause) in eccesso nel 2021 rispetto al 2020. In Italia, considerando che la nostra popolazione è circa il 20% di quella europea rilevata da EuroMoMo, ci sono stati finora presumibilmente 4mila morti in più quindi in questa fascia degli adulti e giovani quest’anno.
È corretta questa nostra valutazione? E se effettivamente abbiamo, usando questi dati EuroMoMo, in proporzione alla popolazione europea, circa 4mila morti in più non anziani, allora occorre indicare quanti sono i vaccinati tra questi morti. Sarebbe assurdo ipotizzare che siano morti solo i non vaccinati. Anzi non si può escludere – considerata la vaccinazione di massa – che molti di questi morti siano vaccinati. E allora il dato dei non vaccinati in terapia intensiva andrebbe di molto relativizzato.