Aveva letto Il denaro di Zola e sapeva che la solidità di una banca non è fatta dalle colonne dell’ingresso e dalla maestosità della sede centrale, ma di chi ci lavora dentro. Gli altri compravano sportelli litigandoseli a decine di milioni di euro l’uno; lui comprava tecnologia. Gli altri avevano la sede nella city milanese; lui a Milano3. Gli altri pensavano che la banca fosse un’istituzione, lui che la vera istituzione è il risparmiatore.
Quando fallì Lehman Brothers, alcuni suoi fondi avevano dentro l’azione infetta. Mi raccontò di una veloce, velocissima telefonata che fece con Berlusconi, socio sin dalla prima ora: «Non possiamo far pagare ai nostri sottoscrittori il fallimento di Lehman, e non possiamo neanche farlo pagare agli azionisti di Mediolanum. Dobbiamo assumerci noi la perdita, direttamente, caro Silvio». «Il problema non fu convincere Berlusconi, che fu d’accordo dal primo istante, ma i regolatori a cui dovemmo spiegare che due soci, sia pure importanti di Mediolanum, non volevano far pagare la perdita a circa diecimila sottoscrittori, ma neanche agli azionisti di minoranza della banca, ma che avrebbero messo di tasca loro l’ammanco». Il ragionamento era semplice, e fu vincente. La famiglia Doris e quella Berlusconi sborsarono 160 milioni di euro, per rimborsare i titoli falliti. L’anno dopo la raccolta della banca raddoppiò. Se il patrimonio di una banca non è il capitale, ma la fiducia dei propri clienti, ebbene quella si deve tutelare senza sconti.
Entrando e uscendo dall’ospedale per combattere la brutta malattia che lo ha colpito, un giorno mi telefonò con un piglio deciso: «Sui vaccini stiamo sbagliando tutto». Era il periodo in cui i sieri mancavano; Israele aveva praticamente finito la campagna di vaccinazione e la Gran Bretagna era a buon punto. «È una roba da pazzi, mi disse. Ogni giorno di lockdown costa tot miliardi di euro. Distrugge le nostre libertà. Ci buttiamo giù. L’Europa, noi, abbiamo fatto una follia a trattare sul prezzo dei vaccini». Mi fece un rapido calcolo, grazie al quale dimostrava senza ombra di dubbio e con semplicità disarmante, come con una frazione di quello che perdevano con le chiusure avremmo potuto accaparrarci, noi europei ed italiani, il doppio dei vaccini che in quel momento scarseggiavano, pagandoli il doppio. E ci avremmo comunque guadagnato.
Ennio Doris è stata davvero una persona eccezionale. Ma senza sua moglie, senza Lina, difficilmente avrebbe insegnato il garbo, l’educazione, e trasmesso la magnifica semplicità che caratterizza i suoi due figli Sara e Massimo.
Nicola Porro, Il Giornale 25 novembre 2021