In Cina le severissime misure anti-Covid sono messe in pratica sempre più a tappeto e con cieco rigore, vessando ormai da più due anni la popolazione. Ma non solo.
I tamponi ai pesci
Come riferito dalla Bbc, infatti, questa settimana oltre ai cinque milioni di abitanti della città costiera di Xiamen, testati in massa dopo che erano stati individuati appena 40 positivi, anche i pesci hanno dovuto sottostare alla scomoda procedura dei Covid-test. Il tutto per rispettare la direttiva del Controllo marittimo pandemico di Xiamen, diramata nelle ultime settimane: i pescatori e il loro pescato devono essere scrupolosamente controllati. Nella patria di TikTok e di molte altre simili piattaforme digitali, i video del diligente personale medico atto a praticare tamponi a pesci e granchi vivi sono diventati, questi sì, letteralmente “virali”, ben più degli improbabili contagi dovuti alla fauna ittica infetta.
Non sono gli unici
La pratica di sottoporre gli abitanti del mare a tampone per individuare possibili infezioni da Covid deriva da una metodica applicazione di recenti insegnamenti: “Abbiamo imparato la lezione da Hainan, che sta subendo un severo aumento dei contagi”, ha dichiarato un impiegato dell’ufficio municipale per lo sviluppo oceanico di Xiamen al South China Morning Post. La provincia meridionale di Hainan ha infatti accusato 10mila casi di Covid dall’inizio di agosto. E le autorità asiatiche sono ora convinte che la causa sia da ricercare tra le creature dei mari.
Pesci e Covid, ossessione cinese
La connessione tra pesci e Covid è un chiodo fisso ormai dei media cinesi: la prima esplosione di Covid fu identificata nel famoso mercato di Wuhan e molti episodi di infezioni sono stati messi in relazione con pescatori o con persone impegnate nella lavorazione del pesce. Già nel giugno 2020 si creò il “panico del salmone”, essendo stato individuato il virus del Covid-19 su taglieri usati per preparare salmoni surgelati. Questa teoria era sicuramente perfetta per convincere la gente che il Covid-19 fosse stato importato in Cina dall’Europa col pesce congelato. Ma già all’epoca, lo stesso Centro cinese per il controllo delle malattie (Centre for Disease Control, Cdc) aveva confermato come fosse molto improbabile che il salmone potesse essere portatore del virus.
Nel grande Paese asiatico, comunque, l’abilità di sottoporre a tampone vari esseri animati non si limita ai pesci, ma include anche ippopotami (come il povero esemplare del parco naturale di Huzhou), cani, gatti, polli e persino panda, come documentato da alcuni video.
La Bbc non descrive cosa succede nel caso un pesce risulti positivo al tampone. Insomma: come e dove dovrebbe passare la sua quarantena? Direttamente in mare o magari in una più conveniente padella? Per precauzione, poi, i pesci con sospetta infezione da Covid dovrebbero usare la mascherina oppure no?
Andrea Gebbia, 19 agosto 2022