La Ripartenza

Europa, coraggio e concretezza: così riparte l’Italia dei trasporti

La prima tavola rotonda della settima edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro

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“Trasporti e multinazionali” il titolo della prima tavola rotonda della sesta edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito Nicolaporro.it. Riflettori accesi sull’importanza dei trasporti – tra rete aerea, ferroviaria e non solo – per realizzare i progetti del Paese, dal più basico al più ambizioso, con un’attenzione particolare al dossier logistica. Il confronto sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari ha visto protagonisti Emiliana Limosani, Chief Commercial Officer ITA Airways; Claudio Costamagna, Executive Chairman CC&Soci; Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane; Luigi Cantamessa, Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani e Direttore Generale della Fondazione FS; Alessandro Panaro, Head of Maritime & Energy SRM.

ITA-Lufthansa ma non solo

Il mondo delle compagnie aeree in ottica trasporti è molto particolare e la presenza di ITA è assolutamente strategica, ha evidenziato Emiliana Limosani: “Una compagnia aerea italiana di riferimento è super strategica per il Paese. Quando ITA è stata creata, era questo l’obiettivo”. Un’azienda messa in piedi da zero, con un progetto nato in piena pandemia e che ha preso forma nel giro di pochissimi mesi: “Abbiamo lavorato alla stesura del piano industriale, poi le interlocuzioni con la Commissione Ue. Bruxelles voleva verificare la solidità economico-finanziaria del piano e la discontinuità con la precedente compagnia aerea. L’approvazione del piano avvenne nel luglio del 2021, con la data di partenza fissata tre mesi dopo. Iniziammo dunque a implementare tutto ciò che avevamo scritto nel piano industriale”.

C’è ancora tantissimo da fare, ha ammesso la Chief Commercial Officer ITA Airways, che si è anche soffermata sull’accordo con Lufthansa appena siglato, con il primo ok della Commissione Ue: “Ora ci saranno tre o quattro mesi in cui dovremo lavorare per i cosiddetti ‘remedies’ che ci sono stati richiesti”. La Limosani ha evidenziato che la società continuerà a fare il suo lavoro come ha sempre fatto, cioè “rendere questa compagnia aerea il più possibile efficiente. Vediamo sicuramente delle grandi opportunità sia per l’azienda che per i nostri clienti nell’entrare in un gruppo così grande”.

“Europa fondamentale per la nostra ripartenza”

A proposito di trasporti, Claudio Costamagna ha posto l’accento sul trasporto merci: “Un tema di cui non si parla mai ma che è fondamentale per il futuro è il trasporto merci: le autostrade sono intasate dappertutto, nonostante i grandi investimenti. Noi abbiamo un Paese lungo e stretto, dobbiamo spostare una grossa parte del trasporto merci su binario altrimenti non ne usciamo”. Incalzato sul tema, l’Executive Chairman CC&Soci si è soffermato sulla gestione delle grandi realtà: “Non ci mancano le capacità imprenditoriali o manageriali. Ci manca la capacità degli imprenditori di voler crescere ed essere capaci di delegare e managerializzare le aziende. C’è una difficoltà culturale da parte dlel’imprenditore di managerializzare le aziende, ossia diventare azionista: saper controllare e intervenire nei momenti di vita straordinaria dell’azienda. Ma la gestione deve essere fatta da una squadra di manager”. Con una certezza: “I manager bravi ci sono, ma non vogliono venire a fare gli yesman”. Secondo Costamagna, inoltre, per una vera ripartenza dell’Italia è necessario fare parte dell’Europa, perché Roma da sola non può farcela: “In tal senso, abbiamo bisogno di una maggiore coesione e comunanza di intenti”.

Le sfide di Poste Italiane

Quando si parla di trasporti e di logistica non possiamo non pensare a Poste Italiane. Ospite di questa prima tavola rotonda, l’amministratore delegato Matteo Del Fante ha snocciolato numeri e novità, a partire dalla creazione di una piattaforma elettronica per istituire un cosiddetto “Uber dei camionisti”: “Abbiamo investito in un’azienda tedesca e stiamo cercando di spostare la base in Italia. Il mercato dei camionisti è molto frammentato e vogliamo aumentare il carico del ritorno” poichè “tutto ciò che viene messo sui camion vuoti è fonte di guadagno”. Poste continua a investire sulla sua presenza capillare sul territorio e da questo punto di vista è fondamentale il contributo del Pnrr, con un progetto che si chiama Polis che “su 7mila uffici postali in Comuni che hanno meno di 15mila abitanti, porterà i servizi della Pubblica Amministrazione, aiutando i cittadini che vivono nei centri minori ad avere il passaporto, patente, carta d’identità e certificati di ogni tipo, nel proprio ufficio postale con un unico passaggio”.

Lato consegne, Del Fante ha spiegato che oggi Poste Italiane è a una consegna ogni 10-11 giorni per italiano. In altri termini, ogni italiano riceve in cassetta un bene ogni 10 giorni. Ma è poco: “Perché noi dobbiamo mantenere pronti 30 mila postini e 25 mila persone nelle nostre fabbriche a smistare. Con questi numeri hai un bivio e noi siamo andati sui pacchi. La strada era in salita, ma il mercato e-commerce era in esplosione. Eravamo pronti come Paese a smettere di andare a casa degli italiani”. Ora Poste incassa quasi 400 milioni di euro nelle consegne degli ordini effettuati sulle piattaforme digitali e il livello di qualità “è pazzesco”.

Tra ferrovia e mare

Ruolo di primo piani nei trasporti è quello delle Ferrovie dello Stato e Luigi Cantamessa (Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani e Direttore Generale della Fondazione FS) ha tenuto a porre l’accento sulla concretezza. “Io non sono uno che ama la rappresentazione ideologica delle cose, che spesso sostituisce la realtà. L’Ue decide di separare l’infrastruttura dalla rete. Poi decide che gli italiani possono fare treni di alta velocità in Francia, Spagna e Germania. Cosa succede? Nel Giubileo del 2000 quasi 200 treni internazionali al giorno. Oggi sono meno di 50. Cosa significa? C’è stato il boom delle low cost, ma noi abbiamo iniettato troppa liberalizzazione sul sistema guida vincolata come il treno. Le ferrovie sono una brutta bestia”, il suo racconto tra serio e faceto. Una battuta anche sull’alta velocità, fondamentale anche per chi – come lui – è più attento al lato romantico del trasporto ferroviario: “Non è vero che sono per la bassa velocità. Senza l’alta velocità nessuno si sarebbe innamorato dei treni storici. Ma nell’alta velocità noi abbiamo scimmiottato il modello aereo, le ferrovie hanno perso il grande charme”. Trasporto aereo, ferroviario ma anche marittimo, in un sistema che potrebbe essere più interconnesso, ha rimarcato Alessandro Panaro. L’head of Maritime & Energy SRM ha sottolineato: “Noi abbiamo puntato poco sul ferroviario, lo dicono i numeri. Il trasporto ferroviario necessità di strutture ad hoc e molto spesso le tempistiche non vanno incontro alle tempistiche industriali. Mentre noi abbiamo una percentuale di utilizzo del 13 per cento, la Germania è al 40 per cento”. Poi, sul confronto tra Mediterraneo e Nord Europa in ottica logistica: “Sono due tipi diversi. Noi importiamo dalla Cina, se vogliamo parlare di importazione è più importante il trasporto marittimo. La maggior parte delle nostre relazioni è con l’Ue. Ma oggi le catene logistiche sono un po’ tutte in difficoltà: con due conflitti in corso, ci sono degli assestamenti che portano a dei cambiamenti”.

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