CandidandosI alle prossime europee, Silvio Berlusconi ha fatto ancora una volta di testa sua incurante dei consigli degli amici e dei troppi ingrati dei quali si circonda. È stato lui stesso a comunicarlo ai figli, ai dirigenti e ai collaboratori, riuniti come ogni lunedì alle 13, attorno al lungo tavolo rettangolare al primo piano di Villa San Martino ad Arcore.
La più perplessa, come sempre, la figlia Marina perché sa bene con quale carica si butterà nell’agone della sua ultima campagna elettorale. Anche il padre, del resto, aveva un solo dubbio quando covava questa ridiscesa in campo considerata una sorta di grande rivincita: il suo stato fisico. Si è sottoposto ad una dieta ferrea e ad esercizi quotidiani, evitando vizi e stravizi solo per tornare in forma. Oggi è tonico e lucido come non mai.
Con un obiettivo: ridare linfa a Forza Italia dilaniata da piccole guerre intestine con il risultato che senza di lui, alle prossime europee dopo 25 anni, l’avventura sarebbe finita. Con il Cavaliere in campo sarà una chiamata alle armi per i suoi e per milioni di elettori ormai delusi e sbandati, ma ancora desiderosi di votarlo per farlo tornare in Parlamento con gli onori che merita. Mentre per quelli che stavano correndo sul carro del vincitore leghista sarà un bel problema di coscienza.
Come si comporteranno le tante Ronzulli e i tanti Toti che pur vivendo accanto a Berlusconi tifano per Salvini? Lo stesso Salvini che, pur di fare il macho duro e puro, dovrà decidersi se presentarsi o no alle Europee ben sapendo che non lascerebbe mai il seggio del Senato. Quella delle candidature di bandiera, specie di chi punta alla successione di un trono che non sarà mai vacante, deve essere un punto sul quale il leader di Forza Italia dovrebbe battersi nella compilazione delle liste. A Bruxelles solo chi davvero rinuncia allo scranno di Roma, onde evitare una cannibalizzazione delle preferenze che sicuramente lo danneggerebbe.
Il Cavaliere dovrebbe essere capolista in tutte le circoscrizioni, con al secondo posto gli europarlamentari più votati come Lara Comi al nord ovest, Elisabetta Gardini al nord est, Antonio Tajani al centro, Aldo Patriciello al sud e Salvatore Cicu nelle isole. Ovunque poi candidati sindaci o consiglieri regionali capaci di raccogliere preferenze o personaggi della società civile come l’umbra Ada Urbani o giovani come Giordano Riello o Marco Gay.
Una volta a Bruxelles, Berlusconi potrebbe avere un ruolo strategico come Presidente del gruppo dei parlamentari del PPE o Presidente della Commissione Esteri. La sua esperienza internazionale potrebbe essere fondamentale per l’Europa nel difficile dialogo tra Washington e Mosca e può anche essere molto utile a Manfred Weber come anello di congiunzione con i populisti di Salvini, Marine Le Pen e l’ungherese Viktor Orban che ne aveva già esaltato l‘autorevolezza.
Luigi Bisignani, Il Tempo 18 gennaio 2019