Speciale Elezioni Europee 2024

Europee, sarà Ursula bis? Ecco i seggi e le possibili coalizioni

La partita della Commissione si gioca a Bruxelles. La destra avanza, ma bastano i voti per spostare l’asse della governo europeo? Le proiezioni dei gruppi Ue

UE Giordia Meloni e Ursula von der Leyen © urbazon tramite Canva.com

Che poi la partita si gioca tutta qui. A Bruxelles. A urne chiuse. Certo, il Parlamento Europeo conta. Ma ci vorranno ancora settimane prima di capire chi prenderà il posto di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, cioè il governo dell’Ue, quello che può indirizzare le politiche europee e ribaltare, oppure confermare, il green deal e tutte le sue diramazioni.

Lo spiegavamo oggi in un articolo di Francesco Giubilei (leggi qui): questa tornata elettorale ha sicuramente molti significati politici interni, in Italia come in Austria, passando ovviamente per la Germania e la Francia. Ma conta molto anche a livello europeo, e a cascata per i singoli Paesi, visto che da tempo ormai Bruxelles è in grado di imporre scelte politiche importanti a cui le capitali europee sono costrette a sottostare. Basti pensare all’addio ai motori endotermici entro il 2035 oppure alla direttiva Case Green.

Ursula von der Leyen è ancora in pista. Il Ppe l’ha presentata come propria candidata ed è probabile che le trattative tra i vari Paesi e le varie famiglie politiche partano proprio da qui. Cinque anni fa, a sostenere il governo Ursula fu una maggioranza formata da popolari e socialisti con l’appoggio dei liberali e di altri movimenti, inclusi i grillini italiani. Oggi le ipotesi in campo sono le più disparate. Non è un mistero che i Conservatori (Ecr) guidati da Giorgia Meloni sognino la formazione di un governo europeo sul modello italiano, dunque di centrodestra. In sostanza una maggioranza che includa i Popolari (Ppe), i centristi (Renew Europe) e i movimenti conservatori. Il progetto potrebbe però infrangersi di fronte ai numeri e soprattutto di fronte ai veti incrociati: un pezzo del Ppe, inclusa Forza Italia, e gran parte dei liberali centristi vedono come fumo negli occhi l’alleanza con alcuni dei partiti di Identità e Democrazia (Id), in particolare Marine Le Pen. In alternativa, tuttavia, il rischio è di ritrovarsi nuovamente con una maggioranza guidata dai popolari col sostegno dei socialisti e dei centristi.

Per capire come potrebbe formarsi la prossima maggioranza, partiamo dalle proiezioni dei seggi conquistati dalle famiglie politiche europee (tra parentesi, per dare un’idea della collocazione politica, indichiamo i partiti italiani che afferiscono al relativo gruppo europeo):

  • Ppe (Forza Italia): 184 seggi
  • Ecr (Fratelli d’Italia): 73 seggi
  • Id (Lega): 58 seggi
  • S&D (Pd): 139 seggi
  • Renew Europe (Azione e Italia Viva): 80 seggi
  • Verdi (Verdi di Bonelli): 52 seggi
  • Gue/NglThe Left (Sinistra Italiana di Fratoianni): 36 seggi
  • Non iscritti (M5S): 45 seggi
  • Altri: 53 seggi

parlamento ue

Proiezione parlamento europeo ore 02.47

Ecco dunque le ipotesi di coalizione. Per ottenere la maggioranza, occorrono 361 seggi (in maiuscolo quelle possibili).

  1. Commissione Ursula con Ppe + Socialisti + Renew -> seggi ipotetici: 403
  2. Commissione Ursula con Ppe + Socialisti + Renew + Verdi -> seggi ipotetici: 455
  3. Commissione Ursula con Ppe + Socialisti è Renew + Ecr (Meloni) -> seggi ipotetici: 476
  4. Commissione X con Socialisti + Renew + Verdi + Sinistra -> seggi attuali: 307
  5. Commissione Y con Ppe + Ecr (Meloni) + Id (Le Pen)-> seggi attuali: 315
  6. Commissione Z con Ppe + Ecr (Meloni) + Id (Le Pen) + Renew -> seggi attuali: 395

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Il presidente del Ppe ha già invitato socialisti e liberali ad appoggiare un governo Ursula bis. “Invito entrambi a unirsi alla nostra alleanza pro europea e pro democratica, che abbiamo creato insieme, creando le basi per i prossimi cinque anni”, ha detto. “Chiediamo ora il sostegno degli altri partiti per rispettare il risultato delle elezioni. Quindi, coloro che si preoccupano di salvare la democrazia in Europa, sono ora invitati anche a rispettare la democrazia. E ciò significa rispettare l’esito delle elezioni e far sì che Ursula von der Leyen diventi il prossimo presidente della Commissione”.

Anche Von der Leyen ha fatto sapere che “il primo passo sarà tentare un’alleanza con liberali e socialisti”. “Questa piattaforma ha funzionato bene – ha detto – È stata affidabile, è stata costruttiva. È stata efficace. Ed è per questo che il primo passo che farò sarà raggiungere S&D e Renew Europe. Lasciatemi fare questo primo passo e poi parliamo del resto”. Sulla stessa linea anche Roberta Metsola, secondo cui “il centro costruttivo e pro-europeo ha resistito, ed è quel centro che sarà proiettato a costruire i progetti europei su cui dobbiamo lavorare”. Segnali arrivano anche dagli altri partiti della sinistra. Per Schmidt, dei socialisti europei, non vi è “alcuna possibilità di cooperare con chi vuole indebolire l’Ue”. Ed Eickhout, rappresentante dei verdi dell’Ue, si dice pronto ad “assumersi le responsabilità” di aiutare alla formazione di una “maggioranza stabile”.

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