Cultura, tv e spettacoli

Eurovision, Minghi scatenato contro Nemo: il commento al vetriolo

Sull’Eurovision Song Contest appena concluso, Amedeo Minghi, celebre cantautore italiano, ha espresso un giudizio decisamente severo. In particolare, ha criticato sia l’organizzazione che i contenuti presentati. Senza dimenticare una stoccata verso Nemo, il cantante in gonnella svizzero che ha vinto la competizione. La presa di posizione riflette un profondo dissenso verso quella che percepisce come una deriva spettacolare dell’evento, a detrimento della qualità musicale.

Minghi non ha fatto mistero del suo disappunto, descrivendo il festival come “Sodoma e Gomorra“, e lamentando un abbandono dell’essenza musicale a favore di scenografie e costumi eccessivi, che distolgono l’attenzione dal valore artistico delle esibizioni. Questa percezione lo ha portato a non riuscire a seguire l’evento fino alla fine, segno di una netta incompatibilità con la direzione presa dall’Eurovision.

Una nota di critica particolarmente aspra è stata riservata al vincitore Nemo, prima persona non binaria a trionfare nella competizione. Minghi ha usato un linguaggio ironico e critico per riferirsi a Nemo, evidenziando un approccio poco incline all’accettazione delle dinamiche contemporanee di genere e identità. “Ho tentato di guardare per intero il Festival europeo, ma non ci sono riuscito, cioè Sodoma e Gomorra, non era un Festival – ha detto – Infatti, ha vinto uno svizzero con la gonnellina”. E ancora:

Anche l’esibizione di Windows95man per la Finlandia, che ha giocato con l’idea della nudità sul palco, ha sollevato le perplessità di Minghi, che ha messo in dubbio l’appropriatezza di tali performance in un contesto che, a suo parere, dovrebbe rimanere fedele a valori più tradizionali. La provocazione “Ma non era un continente cristiano?” riflette il suo disaccordo con le scelte artistiche e valoriali manifestate durante l’evento.

Infine, la stoccata ad Angelina Mango:  “È arrivata settima mi pare, vabbè, mi sembra anche molto più di quello che poteva accadere”. Insomma: la noia.

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