Eurovision Song Contest, dovete vergognarvi

Eden Golan in finale a Malmö. Ma viene contestata dai pro-Palestina. La domanda choc in conferenza stampa alla cantante di Israele

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Eurovision Song Contest, kermesse musicale mondiale, milioni di telespettatori e molta vergogna per quanto successo in questi giorni. Se ne è parlato poco, troppo poco. Ma quello che è andato in scena a Malmö racconta alla perfezione quanto sia ignobile a volte il mondo dello spettacolo. E non solo.

Spieghiamo. Tra i concorrenti, peraltro candidati anche alla vittoria finale, c’è Eden Golan, cantante israeliana che è stata costretta dalle regole del contest a cambiare la sua canzone che parlava del 7 ottobre. Sin qui, sorvoliamo: evidentemente all’Eurovision la politica non è ammessa a differenza di Sanremo dove viene elogiata. Il problema è un altro. Mentre Eden si esibiva sul palco, fuori i soliti Pro-Palestina hanno manifestato contro la partecipazione di Israele alla gara musicale. Presente alla protesta anche l’attivista per il clima svedese Greta Thunberg, cantando i soliti slogan “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera!” e “Israele è uno Stato terrorista”. Come se Tel Aviv non avesse diritto a esprimersi. Come se la musica c’entrasse qualcosa con la guerra sulla Striscia di Gaza. Come se Eden non avesse il diritto di intonare il suo ricordo delle 1.200 vittime massacrate da Hamas.

https://www.youtube.com/watch?v=xGvv0kIZgZI

 

E pensare che Golan non ha fatto mica come un Ghali qualsiasi, che ha usato Sanremo per lanciare messaggi anti-Israele. Si è attenuta alle regole. Ha cantato. Eppure qualcuno non gradisce, la contesta per partito preso. Per quello che rappresenta. Durante la sua esibizione di giovedì, quando ha conquistato la finale di stasera, è stata fischiata e si sono sentiti alcuni “buu” (ps: l’avessero fatto a un cantante di colore, oggi avremmo i caschi blu dell’Onu a Malmö).

Infine, l’ultimo scandalo è andato in scena in conferenza stampa. Tra le mille domande che i cronisti avrebbero potuto fare alla cantante israeliana, un giornalista ha ben pensato di chiederle: “Hai mai pensato che essere qui comporta rischi e pericoli per gli altri partecipanti e il pubblico?”. Cioè: qualora i terroristi volessero fare un attentato contro Eden Golan, la colpa non sarebbe dei tagliagole ma la sua, colpevole di fare il suo mestiere. Siamo al ribaltamento delle responsabilità. Tanto con Israele tutto è possibile.

Franco Lodige, 11 maggio 2024

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