Le parole d’ordine del “carcere per i grandi evasori”, che hanno fatto da cornice politica alle novità che l’art. 39 del DL 124/2019, come ulteriormente modificato dalla Camera dei Deputati nel corso del suo iter di conversione in legge, sta apportando alla disciplina dei reati tributari di cui al DLgs. 74/2000, si inseriscono in un contesto operativo in cui, dati alla mano, il ricorso all’arresto già nella fase delle indagini evidenzia in verità un trend di crescita a dir poco tumultuoso.
Dalla lettura delle relazioni degli ultimi tre anni “sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, ciascuna allegata alla rispettiva Nota di Aggiornamento al DEF, si evince infatti che il numero di denunciati dalla Guardia di Finanza per reati tributari per i quali è stato disposto l’arresto sono stati 99 nel 2016, 226 nel 2017 e 400 nel 2018.
Un trend di crescita che non trova riscontri in quello, pur crescente anch’esso, del numero dei soggetti complessivamente denunciati nelle medesime annualità (11.303 nel 2016, 12.375 nel 2017 e 13.957 nel 2018).
Per quanto concerne il numero di reati accertati, si è passati da 11.577 reati nel 2016 a un picco di 18.956 reati nel 2017, per poi ritornare a 12.213 reati nel 2018. Guardando i dati disaggregati per singola tipologia di reato, il “picco” del 2017 trova il proprio presupposto principale in una vera esplosione di contestazioni relative ai reati per dichiarazione fraudolenta (artt. 2 e 3 del DLgs. 74/2000) e del “complementare reato di emissione di fatture a favore di terzi per operazioni inesistenti (art. 8 del DLgs. 74/2000).
Nel 2017, infatti, le contestazioni di reati di dichiarazione fraudolenta risultano essere state pari a 4.704 (rispetto a 3.080 l’anno prima e 2.670 l’anno dopo) e le contestazioni di reati di emissione di fatture a favore di terzi per operazioni inesistenti risultano essere state pari a 4.389 (rispetto a 1.894 l’anno prima e 1.581 l’anno dopo).
Non troppo dissimile è però, anno su anno, l’andamento del numero di contestazioni da parte della Guardia di Finanza relative anche agli altri reati tributari.
Per il reato di dichiarazione infedele (art. 4 del DLgs. 74/2000), il numero di reati contestati è 1.010 nel 2016, 1.153 nel 2017 e 883 nel 2018.
Per il reato di omessa infedele (art. 5 del DLgs. 74/2000), il numero di reati contestati è 2.965 nel 2016, 3.708 nel 2017 e 2.772 nel 2018.
Per il reato di occultamento o distruzione delle scritture contabili (art. 10 del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 1.836 nel 2016, 2.616 nel 2017 e 2.901 nel 2018.
Per il reato di omesso versamento di ritenute certificate (art. 10-bis del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 160 nel 2016, 362 nel 2017 e 231 nel 2018.
Per il reato di omesso versamento di IVA dichiarata (art. 10-ter del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 237 nel 2016, 677 nel 2017 e 425 nel 2018.
Per il reato di indebite compensazioni (art. 10-quater del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 194 nel 2016, 774 nel 2017 e 407 nel 2018.
Per il reato di dichiarazione infedele (art. 4 del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 1.010 nel 2016, 1.153 nel 2017 e 883 nel 2018.
Infine, per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del DLgs. 74/2000), il numero di contestazioni è 201 nel 2016, 573 nel 2017 e 343 nel 2018.
Numeri utili a capire come, al di là delle polemiche politiche più o meno pertinenti o strumentali, il penale tributario rimane, come è giusto e logico che sia, principalmente ancorato ai reati di frode e a quelli di evasione totale e para-totale.
Enrico Zanetti, 11 dicembre 2019