Sull’intervento del Governo relativo agli extraprofitti delle banche ho letto tanto, tutte le posizioni contrastanti, prima di formarmi un’idea chiara. Libera. Certo, il pensiero è “inquinato” dal mio pregiudizio liberale (e liberista) che ho sul mondo, sul senso di come vorrei funzionasse la società in cui vivo, soprattutto di quella che vorrei lasciare a mio figlio.
Le banche e il potere contrattuale
Le banche, si sa, non riscuotono particolare simpatia. Da sempre esercitano, spesso arbitrariamente, un potere contrattuale nei confronti del cittadino/correntista decisamente sbilanciato in proprio favore. Si tratta – non lo si scordi – di società che hanno come fine quello di fare utili, profitti.
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Il nocciolo della questione però è questo: può lo stato decidere quando il profitto è “lecito” e quando no? Potremmo scomodare decine di pensatori liberali che sarebbero scandalizzati dalla decisione del governo. In buona sostanza, ogni attività di impresa ha la legittima aspirazione di tendere in astratto a utili infiniti: il concetto che lo Stato possa mettere un tetto ai profitti è aberrante. Esistono vari e tanti livelli di controllo sulle distorsioni dei mercati finanziari: Banca d’Italia, Consob, Mef, l’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato. Se questi non sono sufficienti siamo di fronte a un problema più complesso e strutturale e su questo sì che dovremmo aprire un profondo dibattito.
Extraprofitti banche, che errore
Non è il caso, né sarei in grado, di entrare con puntiglio matematico sugli effetti che produce un intervento di questo tipo, ad ogni numero si può indicare un numero opposto. Però esistono almeno due argomenti che mi sembrano i più convincenti a ritenere negativo l’intervento del Governo. Uno più pratico: la strada migliore per abbattere le tasse resta quella di aggredire il mostro della spesa pubblica; l’altro è che non può passare il principio che lo Stato possa mettere le mani retroattivamente sulle tasche dei privati, quandanche si tratti delle banche cattive.
La chance di Forza Italia
Sul piano politico questa vicenda offre una formidabile chance a Forza Italia, in particolare segnala la differenza fra la destra più marcatamente socio-dirigista di Fdi e Lega e quella liberale degli azzurri. Sarebbe stato interessante sentire la voce di Berlusconi in questi giorni.
Non è secondario sottolineare che i due Paesi europei che hanno varato misure sugli extraprofitti sono l’Ungheria di Orban, che rappresenta la destra più tradizionale e la Spagna a guida socialista. Così come non passa inosservato come tutte le forze politiche più radicalmente stataliste come Cinque Stelle e PD vedano con simpatia misure di questo tipo: quanto gli piace che lo Stato intervenga! Forza Italia è la sentinella del pensiero liberale non solo su principi come il garantismo ma evidentemente anche contro uno Stato regolatore del mercato. Il partito non abdichi a questo ruolo.
Antonello Picci, 11 agosto 2023