Come ogni impostazione talebana, quella dei catastrofisti climatici non sorprende. Lo schema è più o meno sempre lo stesso: ideologia, ideologia, ideologia. Niente buonsenso. Un pizzico di terrorismo che non guasta mai. Ma poi i nostri amici talebani devono fare i conti con la realtà, che non è fatta di like e di iper-progressismo a manetta, ma di evidenza. E quindi ecco la specialità della casa: la scusa. Una volta per questo motivo, l’altra volta per quell’altro motivo: ce n’è sempre una. L’ultima trovata per giustificare posizioni integraliste è da campioni: la distinzione tra meteo e clima.
Andiamo per gradi. In questi giorni di Natale il Centro e il Sud Italia è stato interessato da una delle più grandi nevicate degli ultimi decenni. Intere regioni ostaggio del freddo e della neve. In particolare l’Appennino, fino a bassa quota. Abruzzo e Sicilia sono quelle che più hanno accusato il colpo. Eppure parliamo di realtà che secondo i soloni sarebbero colpite dalla siccità – in realtà finita da tempo complici le grandi piogge autunnali – uno dei marchi di fabbrica del catastrofismo climatico.
Una delle principali ripercussioni di questa grande nevicata è la scomparsa improvvisa degli ultrà del cambiamento climatico causato dall’uomo, soprattutto quello bianco e occidentale. Tutti quelli che parlavano di siccità non hanno proferito parola. Anche perché l’autunno è stato molto piovoso e fenomeni di neve erano già stati registrati all’inizio di questo inverno. In altri termini, tutte le sentenze sono state smentite da Madre Natura. Nessuna desertificazione in atto, nessuna fine per gli inverni nevosi in Sicilia, nessun addio al freddo e alle piogge. C’è tutto e non potrebbe essere altrimenti, la propaganda è stata fallimentare. Basterebbe seguire l’abc della climatologia, evidenziano gli esperti di MeteoWeb. Ma per qualcuno ha più voce in politico questo commissario europeo o quel politico dei Verdi.
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E qui torniamo alla distinzione tra meteo e clima, la spiegazione tutt’altro che convincente per non far cadere il castello di carta. Ma evidentemente si tratta di una teoria unilaterale. Sì, perché quando fa caldo questa distinzione finisce nel cestino, per ricorrere ai soliti proclami, alle solite accuse, alle solite folli pretese. Dodici mesi fa non c’è stata neve al Sud per colpa del cambiamento climatico, mentre ora bisogna tener conto delle differenze tra meteo e clima. Robe da pazzi. Stesso discorso per la siccità e per tutti gli altri episodi affrontati con un’impostazione oltranzista.
In altri termini, la distinzione tra meteo e clima si registra quando conviene ai talebani: se è utile alla narrazione, ecco la dicotomia. Altrimenti niente, scompare, si dissolve come neve al sole. Ma i catastrofisti si prendono in giro da soli. Le loro profezie sono sempre state puntualmente smentite, basti pensare alle panzane in serie sulla Sicilia: desertificazione, siccità e così via, mentre oggi l’isola è in ottime condizioni, nonché sempre più verde. Si sa, certa narrazione è mirata a puntare il dito contro l’uomo, colpevole dei disastri naturali in giro per il pianeta.
La verità è un’altra ed è molto più semplice: il cambiamento climatico è sempre esistito, è una realtà specifica della Terra, ed è impensabile sostenere di uscirne con il controllo della Co2. Senza dimenticare un’altra bufala raccontata dai soliti noti, ossia la correlazione tra riscaldamento globale e cambiamenti climatici: come evidenziato dal professor Giuseppe Iazeolla su queste pagine, è errata la teoria secondo cui è la maggiore evaporazione prodotta dalle temperature terrestri più elevate ad aumentare gli eventi meteorici violenti. Forse è giunta l’ora di dare priorità al buonsenso e affrontare le emergenze con responsabilità e non con spirito ideologico.
Franco Lodige, 30 dicembre 2024
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