Il vecchio Bush alla fine degli anni ’80 fece un discorso memorabile che lo portò alla presidenza americana. Disse: «Non aumenterò le tasse». E, per essere più efficace, aggiunse quella frase divenuta famosa: Read my lips. «Leggete le mie labbra: non aumenterò le tasse». Il Congresso, a maggioranza democratica, alla fine però le aumentò. Quella frase, efficacissima, gli costò il rinnovo alla presidenza. Il suo capitale politico andò in fumo. Non ci si poteva fidare di Bush.
Più che promettere qualcosa che non poteva realizzare, che è tipico di molti politici, Bush promise di non fare ciò che poi fu costretto a fare. In questi giorni siamo sommersi dalle dichiarazioni del segretario del Pd Zingaretti, che prometteva ai suoi iscritti di non allearsi con Grillo. Più o meno la medesima posizione tenuta da Renzi. E dall’altra parte c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le dichiarazioni grilline di non fare alcuna alleanza con il partito definito «di Bibbiano». Non solo oggi governano insieme, ma – come ormai si capisce bene – cercheranno di farlo anche nelle regioni rosse, in cui tra poco si vote.
Anche loro, Pd e M5S, hanno dunque promesso di non fare ciò che poi hanno fatto. molto diverso dal tic della Prima repubblica, democristiano verrebbe da dire, dove tutto era possibile perché poco veniva esplicitamente escluso. In questo caso i politici non hanno perso una verginità che in pochi attribuiscono loro, ma una cosa ben più pesante: la loro credibilità.
Andiamo al dunque. In molti temiamo che la nuova maggioranza giallorossa possa adottare una tassazione patrimoniale: nella versione light della Confindustria sui prelievi bancomat, nella versione temuta dalla Confedilizia sugli immobili, o nella versione tosta sul patrimonio dei cosiddetti più ricchi. Ci sono state numerose smentite da parte degli esponenti del Pd e dei grillini. Ma chi di noi è disposto davvero a crederci? Se una contingenza e il gigantesco errore tattico di Salvini li hanno portati sullo stesso banco con chi giuravano non si sarebbero mai frequentati da alleati, si può davvero essere così sciocchi da credere che al primo deficit di cassa, o supposta emergenza, non metteranno le mani nei nostri conti correnti? I tanti osservatori che non si scandalizzano della giravolta politica, figuratevi un po’ voi quanto si scandalizzerebbero della retromarcia fiscale. Non credete alle loro labbra.
Nicola Porro, Il Giornale 13 settembre 2019