Ricordate Frans Timmermans? Ricordate la sua intervista a La Repubblica in cui, abusando del suo ruolo di commissario Ue, spargeva giudizi contro il centrodestra candidato a governare il Belpaese?
Bene. Durante la scorsa puntata di Quarta Repubblica, c’è stato uno scontro di fuoco tra opposte visioni. Chi, come Emanuele Fiano (Pd) è convinto che un Commissario Ue abbia tutto il diritto di intervenire sulle questioni politiche di un Paese membro. E chi invece invoca un minimo di tatto istituzionale: se hai un ruolo nel governo dell’Unione, magari dovresti andarci coi piedi di piombo. Perché domani quella “agenda sociale e morale della destra” potresti ritrovartela seduta in Consiglio Europeo con il consenso del volere popolare.
“Quindi ha sbagliato la destra a commentare la politica di Macron?”, attacca Fiano. “Mi stupisce che il commissario europeo dell’energia entra su un tema politico anziché energetico”, ribatte Porro. “Il commissario è un partigiano del price cap – insiste l’onorevole Pd – mentre ci sono altri Paesi, penso all’Ungheria di Orban, all’Olanda e alla Svezia, che si oppongono. Poi in un’altra parte della sua intervista commenta la politica italiana proprio come i politici italiani di destra e di sinistra commentano le politiche dei governi spagnoli, tedeschi, greci e polacchi. Non capisco la sorpresa…”.
A quel punto prende la parola Hoara Borselli e i toni si scaldano. “Lei ritiene normale che una persona che ricopre una carica istituzionale a livello Ue entri a gamba tesa in campagna elettorale andando a delegittimare una parte politica, dovendo essere super partes? Non torva un’ingerenza in tutto questo?”. Piccata la replica di Fiano: “La sua non è una domanda ma un comizio”. E Porro: “I comizi li fanno i politici. È un po’ nervoso, stiamo parlando serenamente. L’ha fatto anche lei il comizio”. Conclude Fiano: “Se lei vuole sentire la mia opinione io rimango qua, sennò me ne vado”.
da Quarta Repubblica del 16 settembre 2022