Il generale non fa passi indietro. Rifiuta la candidatura offerta da Forza Nuova (“sono un soldato e resto soldato”), ma non chiude del tutto all’idea, e risponde al ministro Guido Crosetto e a chi l’ha criticato in questi giorni per il suo chiacchieratissimo libro su gay, migranti, minoranze e politicamente corretto. “Non ho sentito il ministro Crosetto – ha detto Roberto Vannacci a Morning News su Canale 5 – ho letto le sue dichiarazioni sui giornali. E non ho ricevuto alcuna notifica di provvedimenti disciplinari. Io sono stato avvicendato, dalla mezzanotte di oggi, non sono stato rimosso dal mio incarico”.
Il generale, convinto di non aver violato le regole imposte dall’Esercito per interviste o pubbliche uscite, e certo di aver goduto del diritto costituzionale alla libera espressione, non si scompone per la decisione della Difesa di “rimuoverlo” dal comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. “Vedremo comunque alla fine di questo eventuale provvedimento disciplinare i fatti che mi sono stati addebitati e quali sono le accuse”, spiega Vannacci. “Io non ho offeso nessuno, non ho discriminato nessuno. Parlando di normalità ad esempio mi riferisco alla consuetudine e mi riferisco a dati statistici: il 90% della popolazione è eterosessuale, non esserlo vuol dire fare parte di una minoranza”. Per il generale Vannacci “rivendicare la diversità” è lecito perché “le persone sono uguali nella loro dignità”. Forse, ha ammesso, “le mie opinioni sono discutibili ma non offensive”. “Sfido chiunque a trovare con gli omosessuali che potrei aver avuto alle dipendenze, degli atteggiamenti offensivi o discriminatori”.
Sul caso intanto si sta consumando una sorta di lotta politica di fine agosto. La sinistra è ovviamente compatta nel chiedere la punizione del generale per le tesi esposte nel suo libro. A destra invece le posizioni sono più sfumate. C’è chi difende la libertà di Vannacci di dire ciò che vuole, ma al tempo stesso ne critica le opinioni – come nel caso di Daniele Capezzone. C’è chi ne elogia i ragionamenti, che in fondo sono quelli “della maggioranza degli italiani”. E poi c’è la politica. A fronte della reazione immediata di Guido Crosetto, che ha definito certe frasi del generale “farneticazioni” degne di una sanzione disciplinare, alcuni esponenti del suo stesso partito hanno preso le distanze. Ieri sia il capogruppo di FdI Giovanni Donzelli che il viceministro Galeazzo Bignami hanno difeso Vannacci accusando il Pd, e la sinistra in genere, di voler censurare la libera espressione delle idee. Frasi che però hanno suonato anche come una presa di distanza dal ministro della Difesa. Per il vicepresidente legista del Senato, Gianmarco Centinaio, però, Crosetto avrebbe “fatto bene a dissociarsi in quanto il ministro della Difesa rappresenta tutto l’esercito italiano”.