Fine green pass, mai. Mentre il Parlamento traccheggia sullo stop al lasciapassare, con alcuni partiti propensi a farlo decadere il 31 marzo insieme allo stato di emergenza; mentre il governo tiene i cittadini sulle spine, predicando vaghezza sulla cessazione delle restrizioni; sul fronte dei virologi prosegue la campagna per tenere il green pass più a lungo possibile. Un passaporto vaccinale è per sempre.
L’ultimo in ordine di dichiarazioni alla stampa è il consigliere di Roberto Speranza, Walter Ricciardi, fresco di scrittura di un libro in cui sembra quasi invidiare i metodi cinesi nella lotta al virus. Nonostante i parametri siano in discesa e l’epidemia sembri regredire, il professore di Igiene alla Cattolica non molla un colpo: in un’intervista al Corriere porta ad esempio la situazione di Hong Kong dove ci sono “30mila casi al giorno e non riescono a gestirli”, chiede di “non accelerare con aperture indiscriminate” e paventa la possibilità di una risalita della curva in autunno per il terzo anno consecutivo. Ma a sorprendere più di tutto sono le affermazioni sul green pass. Dice Ricciardi: se abbiamo “riconquistato un buon grado di libertà” (sia lode a sua Santità Draghi) è merito di “vaccinazioni e green pass”. Se possiamo condividere sul primo punto, e magari aggiungere l’arrivo di Omicron, sul lasciapassare ci sia permesso essere un tantino scettici.