Non fosse bastata l’inclusione di Luca Casarini tra i partecipanti al Sinodo, non fossero bastati i finanziamenti delle diocesi, il sostegno delle parrocchie, i fondi dei fedeli finiti nelle casse della Ong, adesso pure il Papa s’inchina a Mediterranea Saving Humans. E lo fa durante l’udienza generale in Sala Nervi, salutando il gruppo umanitario “che va in mare a salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa”.
Ora, uno potrebbe star qui anche secoli per criticare pezzo per pezzo le parole di Bergoglio. Di sicuro una prima obiezione andrebbe fatta sul principio secondo cui tutti i migranti salvati dalle Ong sarebbero “poveretti che scappano dalla schiavitù dell’Africa”, visto e considerato che alla gran parte di loro – a seguito delle indagini delle Commissioni per il diritto d’asilo – non viene concesso affatto lo status di rifugiato. Ma si può legittimamente storcere il naso anche su quel “fanno un bel lavoro questi”: magari, il romano Pontefice, poteva porsi qualche domanda leggendo le inchieste giornalistiche (e non solo) sulle ormai famose “bottiglie di champagne”, sul presunto pagamento di 125mila euro per andare a recuperare 27 immigrati già salvati da un mercantile, sul mancato contatto con le autorità italiane, eccetera eccetera eccetera (per ripassare, guardate il servizio di Quarta Repubblica).
Oppure, Sua Santità potrebbe leggersi quegli scambi di messaggi tra i membri dell’equipaggio e gli esponenti della Chiesa. Perché va bene salvare la vita a chi naufraga in mare, ma come mai scegliere di sostenere – tra le tante – propio la Ong dell’ex Tuta bianca che tanti interrogativi sta sollevando? Certo, la Cei ha tenuto a precisare di non aver mai sostenuto “in modo diretto” Mediterranea. Eppure due Diocesi sì. Come sono stati usati quei fondi? Davvero, come rivelato dalla Verità e da Panorama, Casarini sarebbe diventato il “destinatario di 6 mila euro di emolumenti mensili” con cui ha potuto “pagare l’affitto di casa e la separazione senza andare a lavorare in un bar”?
A margine dell’udienza, l’ex Tuta Bianca ha raccontato che “come sempre il Papa ci ha dimostrato grande affetto”. Bergoglio li avrebbe esortati ad avere “coraggio” e a “tonare in mare a salvare vite”. Bergoglio “pensa alle cose concrete – dice all’Ansa Casarini – il Mediterraneo è sempre più un cimitero senza croci. Sono oltre 2500 i morti accertati da inizio anno, ma nella realtà sono molto di più. L’ultimo naufragio nei giorni scorsi poteva essere evitato. Dal rapporto dell’Onu di oggi arriva la conferma che la Libia non è un porto sicuro. Queste persone vengono torturate. I famosi trafficanti vanno cercando in quei governi che noi purtroppo finanziamo”.
Ovviamente Bergoglio è libero di credere ad uno passato dalle lotte no global al sinodo vescovile, secondo cui tutte le accuse sono “totalmente” false. E poi si sa: le vie del Signore sono infinite. Però da qui a elogiare Mediterranea ce ne passa, sopratutto dopo aver letto quelle intercettazioni. Tipo il messaggio di don Mattia in cui si definisce la Chiesa cattolica “il nostro Soros”. Oppure il passaggio dove Casarini viene definito “il ghost writer di Francesco”. Oppure lì dove si legge Giuseppe Caccia affermare che “i nostri amici vescovi bergogliani sono un po’ dei coglio** a non gestirsi pubblicamente il rapporto con noi”. Voi “coglio**” e loro “bravissimi”. Un po’ stride, no?
Franco Lodige, 20 dicembre 2023