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Farsa in Calabria: the end (?)

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La telenovela sul commissario alla sanità calabrese si è conclusa con la nomina del prefetto Guido Longo. Una vicenda grottesca a conferma dell’improvvisazione del premier Conte che non è riuscito ad individuare tempestivamente una figura affidabile per la gestione dell’emergenza sanitaria in Calabria.

Riepilogando l’intricata successione di commissari caduti e bruciati emerge la frizione decisionale di un governo che ha contribuito ad aggravare le criticità di una regione problematica. Dopo le dimissioni di Saverio Cotticelli, in preda, per sua stessa ammissione, ad una alterazione della personalità che lo ha reso ignaro delle funzioni a cui era preposto, abbiamo assistito alle farneticanti teorie sulla trasmissione del virus da parte del commissario in pectore Giuseppe Zuccatelli che si è dimesso prima di ricevere l’incarico. Sembrava sbloccato l’impasse con Eugenio Gaudio, ma la sua rinuncia, per l’indisponibilità della consorte a cambiare residenza, ha fatto ricapitolare il totonomine alla casella iniziale. Poi i nomi di Narciso Mostarda e Luigi Varratta, circolati per 24 ore sul tavolo del Consiglio dei Ministri e sulla giostra dei rumors mediatici, sono stati sacrificati per dissonanze interne alla maggioranza. L’ultima defezione, quella di Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha reso la situazione una pantomima indegna per un paese che sta affrontando lo shock pandemico con un dilettantismo tipico dell’estemporaneità con la Regione Calabria che, nonostante sia zona rossa, è ancora carente di un piano anti-Covid e registra un’insufficienza di posti letto.

Una realtà regionale che ha una sanità commissariata da 11 anni, con le aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro sciolte per ‘ndrangheta, meritava una tempestività di azione da parte del governo a cui è demandata la selezione diretta. Alla fine da Palazzo Chigi è stata comunicata l’avvenuta nomina del nuovo commissario con la fumata bianca in favore del prefetto Longo. L’augurio che il suo lavoro sia più proficuo del suo designatore e riesca a bonificare la sanità calabrese dalla palude in cui è immersa da troppo tempo.

Andrea Amata, 28 novembre 2020