Fassino e il profumo, quella strana riservatezza sul video

Sempre più ombre sul presunto taccheggio del parlamentare del Pd al duty free dell’aeroporto di Fiumicino: spuntano ben tre precedenti

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fassino video

Dettagli e indiscrezioni si moltiplicano con il passare delle ore sul caso di Piero Fassino e del presunto furto di un profumo Chanel al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Le ultime informazioni sulla vicenda aumentano il mistero: il parlamentare del Partito Democratico avrebbe infatti provato a rubacchiare qualcosa già in altre due occasioni. E, come emerso nella giornata di ieri, i video delle telecamere di sorveglianza stroncherebbero la versione dell’ex sindaco di Torino. Nessuna distrazione causata da una improvvisa chiamata al cellulare, niente tracce di cuffie o simili.

Ma proprio le immagini del presunto taccheggio meriterebbero una riflessione. Come evidenziato dal Corriere, i video di quel 15 aprile sono tenuti da parte con la massima riservatezza. Ma sarebbe stato lo stesso se al posto di Fassino ci fosse stato qualcun altro? Magari un “pericoloso” parlamentare di destra? I precedenti li conosciamo tutti, con video diffusi senza permesso e chat rese pubbliche. Risultato, la gogna mediatica. Con l’ex ministro della Giustizia invece non possiamo non notare un apprezzabile zelo, ma purtroppo potrebbe trattarsi di un trattamento ad hoc.

Le regole del garantismo noi – sottolineato, noi – le conosciamo bene e non ci resta che osservare gli sviluppi di una vicenda tinta di giallo scuro. Le testimonianze dei lavoratori del Terminal 1 potrebbero tracciare un solco: lunedì gli investigatori sentiranno anche coloro che non erano presenti il 15 aprile ma nei presunti precedenti. Perchè è proprio per quei precedenti che i proprietari del duty free hanno deciso di presentare una denuncia, che arriverà ora alla Procura di Civitavecchia. Qui, però, l’indagine si dovrà fermare perchè attualmente Fassino è parlamentare e gode di immunità.

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Impossibile non notare le enormi differenze tra le versioni di Fassino e quelle dei proprietari del duty free, senza considerare che quelle delparlamentare dem si sono evolute con il passare delle ore. Emblematico il caso telefonino: stava parlando al telefono? Sembrerebbe di no. Ma non lo aveva nemmeno in mano, come ricostruito in un secondo momento. Le risposte le forniranno le autorità, determinate a procedere a fari spenti, senza rivelare dettagli o appunto le immagini del presunto misfatto. Seguiranno aggiornamenti.

Franco Lodige, 27 aprile 2024

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