Non se la sono certo mandata a dire. Ieri sera, durante Quarta Repubblica, l’atmosfera si è scaldata attorno al tema dei (mancati) rimpatri dei clandestini. Per farla breve: da quando c’è il Covid, prima di essere messi nei centri di rimpatrio e rimandati nel loro Paese, gli immigrati con ordine di espulsione devono essere sottoposti a un tampone. Però il Viminale non può imporlo d’imperio, così se i migranti si rifiutano di sottoporsi al “trattamento sanitario” evitano facilmente il rimpatrio.
Il parlamentare Erasmo Palazzotto e Daniele Capezzone erano, e sono, ovviamente in disaccordo su questo punto. Il primo è convinto che non si possa costringere nessuno a farsi un test “così invasivo”, il secondo è invece sorpreso dal fatto che agli italiani durante i lockdown sia stato imposto di tutto mentre ai clandestini viene lasciato questo “privilegio”. “Il suo amico Roberto Speranza – attacca Capezzone – ha impedito a chi non era vaccinato di lavorare e di portare il pane a casa”. Secondo Palazzotto c’è una differenza, visto che nessuno ha costretto “con la forza” gli italiani a fare il vaccino. E a quel punto Capezzone sbotta: “Voi siete una sinistra che fa schifo. Avete fatto scendere i ragazzini dai bus. Avete impedito ai lavoratori di portare il pane a casa. Avete trattato come cittadini di serie B chi faceva una scelta personale sulla salute”. Replica Palazzotto: “A me fai schifo tu”.
da Quarta Repubblica del 21 giugno 2022