di Andrea Gebbia, da Ehrendingen (Svizzera)
La Handelszeitung, il principale giornale economico svizzero, pubblicato settimanalmente, nell’ultima edizione è uscita con un interessante articolo sulla lista delle 100 più grosse aziende svizzere nel 2021 in termini di fatturato. La classifica viene stilata annualmente coi dati di Dun & Brandstreet Svizzera, Società specializzata su informazioni di crediti, affari e mercati.
Ai primi posti della “Top 100” figurano cinque multinazionali che commerciano in materie prime, acquistano e vendono tonnellate di petrolio, grano e metalli: Vitol, Gunvor, Cargill International, Mercuria Energy Trading, tutte con sede a Ginevra e Glencore con sede a Zug. I margini sono minimi, ma i fatturati miliardari. Insieme, queste top 5 realizzano 600 miliardi di franchi di fatturato. Questa performance totale è più elevata dell’intero Pil svizzero.
Questo boom delle Società che commerciano commodities ha relegato più indietro tutte le altre maggiori imprese svizzere.
Nestlé è uscita dalla top 5 e si piazza al sesto posto con un fatturato di 87 miliardi di franchi; i due colossi farmaceutici di Basilea, Roche e Novartis, si attestano rispettivamente in settima e nona posizione con fatturati di circa 63 e 47 miliardi.
Il dominio delle Società di commercio di materie prime dura a dir la verità da anni e si è accentuato dal 2021, con le top 5 che hanno tutte ricavi ben oltre i 100 miliardi l’una. Dopo l’anno drammatico della pandemia, la richiesta di energia e la ripresa delle produzioni ha fatto salire drasticamente il business delle materie prime.
I giganti dello scambio di materie prime sono quelli che hanno segnato la più grande crescita, ponendo perfino in ombra rinomate blue chips come Nestlé, Roche, Novartis, ABB e Schindler.
Solo due aziende tipiche svizzere sono riuscite a tener testa ai giganti delle commodities nella loro crescita: il produttore di cemento Holcim e la multinazionale elettrotecnica e tecnologica ABB, entrambe intorno ai 27 miliardi di fatturato e rispettivamente in posizione 13 e 14 nella top 100.
La classifica delle top 100 comprende in realtà 183 Società, 30 delle quali raggiungono i 10 miliardi di fatturato. Solo un numero esiguo di esse è quotato in Borsa. La maggior parte di queste Compagnie è privata, alcune invece sono controllate dai Cantoni o dallo Stato Federale. Le piu’ grosse imprese statali in classifica sono la compagnia telefonica Swisscom (29esimo posto con 11 miliardi) e la SBB, le Ferrovie Federali Svizzere (31esimo posto con poco meno di 10 miliardi di fatturato). Die Schweizerische Post, le poste svizzere, occupano il 43esimo posto della classifica con 6,9 miliardi di fatturato e il produttore e distributore di energia, con sedi anche in Italia, il Gruppo Axpo, è al 46esimo posto con 6 miliardi.
Per rientrare tra le Società più grandi serve un fatturato di almeno 5 miliardi. Il ricavo è spesso inversamente proporzionale al numero dei dipendenti. La Vitol, per esempio, prima in classifica con 255 miliardi di ricavi, ha “solo” 180 dipendenti a Ginevra e 5400 nel mondo. Circa un terzo delle grandi Aziende in classifica non rientravano in questo gruppo una decina di anni fa.
Questo ranking è un documento che mostra come la Confederazione Elvetica si sia sviluppata nel tempo e come il Paese sia rimasto sempre attraente per gli investitori. La lista dimostra la solidità delle Aziende con sede in Svizzera. Dieci anni fa solo tre Società realizzarono fatturati superiori ai 100 miliardi di franchi, 21 Compagnie raggiunsero i 10 miliardi. Venti anni fa solo 15 ottennero ricavi per 10 miliardi.
Infine, essendo l’industria di orologeria una delle eccellenze elvetiche, è interessante dare un ultimo sguardo sul piazzamento nella classifica dei fatturati dei colossi della misurazione del tempo: Rolex è al 37 esimo posto con 8 miliardi di fatturato, Swatch al 40esimo con 7,3 miliardi, Omega è 95esima con 2,2 miliardi, Patek Philippe è 121esima con 1,5 miliardi.